

Ore 16.15.
Ancora appesantiti dal pranzo pasquale, ci mettiamo in viaggio verso San Marino.
Non sarà una giornata normale, né tanto meno una giornata turistica alle pendici del Monte Titano: oggi il nostro obiettivo è il San Marino Stadium, dove si svolgerà la partita di qualificazione agli Europei Under 21 tra San Marino e Svezia. La nostra narrazione parlerà di una giornata passata a tifare (e a ridere) con i tifosi della nazionale sammarinese, la Brigata Mai Una Gioia.
Piccola particolarità di questo curioso gruppo di ragazzi: tutti i componenti di esso sono italiani, nessun autoctono.
Alle 17.20, dopo aver percorso 85 chilometri di autostrada ed altri 21 di strada consolare, siamo nella capitale della Serenissima, Città di San Marino, passando dai quasi 0 metri di altitudine sul livello del mare dell’uscita autostradale ai circa 700 del Titano.
Per distinguere il castello (attenzione, i comuni della nazione di San Marino vengono chiamati così) dallo stato, si fa comunemente affidamento sui termini Città e Repubblica. Per cui, se aveste bisogno di dire che state varcando il confine statale, basterà dire “sto entrando in Repubblica”, mentre se è stato programmato un appuntamento nel centro storico, sede del Parlamento, si dice “ci vediamo in città”.
Semplice, no?
E il nostro primo approccio con i componenti della Brigata è proprio tra le mura cittadine, al bar sulla terrazza di quella che, in passato, fu la prima torre di guardia di San Marino. E da qui, il panorama che domina l’ambiente circostante, allungandosi verso il mare, è mozzafiato.
Ci sediamo al tavolo con [IH] e [S], due dei quattro storici appartenenti al gruppo, e gli occasionali, nel vero e proprio senso del termine, Dario, Eleonora e Giovanni, tutti provenienti dal lembo di terra che separa Modena da Reggio Emilia. Unendoci agli altri, entrambi ordiniamo una Titanbrau, la birra artigianale del posto, e ci mettiamo a parlare con i compagni di merenda.
Prima di iniziare a rispondere alle nostre domande, però, [IH] decide di sfamarsi con una pizzetta al salame. Nell’ordinarla, però, la chiede al limone, salvo correggersi subito ma chiedendo comunque che gli sia servita a base di agrumi.
Prima di una lunga serie di risate.
La prima, ovvia, cosa che chiediamo verte sulla passione per la nazionale di un paese diverso da quello di origine: a risponderci è [IH], fondatore della prima ora, appassionato da tempo della selezione del Titano grazie ai trafiletti della Gazzetta e alle scarne informazioni sul Televideo. Rare sono le occasioni in cui al tabellino delle reti sammarinesi si affianca un uno, meno lo è vedere cifre tennistiche in quello degli avversari. È da qui che non può non nascere un’innaturale simpatia per i più deboli.
Sfido chiunque di voi a non aver tifato, almeno una volta, per Tom contro Jerry, per Willy il coyote contro Beep-Beep, Gatto Silvestro contro Titti…
Per la prima volta, nel 2000, un giovanissimo [IH] convince il padre a raggiungere l’allora Stadio Olimpico di Serravalle per assistere a San Marino – Scozia. Da una parte, pochi e silenziosi sammarinesi, dall’altra, l’inarrestabile Tartan Army, presentatatisi in più di duemila unità e con i tradizionali kilt. Finirà con un più che onorevole 0-2, ma da questa partita nasce la voglia di diventare, in futuro, i supporters (e non gli ultras, come specifica [IH], per “rispetto di quel mondo, dal quale siamo ben lontani”) degli azzurri di Mazza, nel frattempo sostituito da Manzaroli.
I tempi per la nascita di un tifo (semi)organizzato sono propizi nel 2012: è qui che, in occasione della partita interna con la Moldavia, nasce la Brigata, da lì in poi quasi sempre presente sia agli impegni della Nazionale A che a quelli dell’Under 21. Se, nell’esegesi del nome, il termine Brigata serve a rievocare un’idea di allegria, quasi goliardica, il Mai 1 Gioia non necessita di spiegazioni: a livello di nazionale maggiore, l’ultima ed unica vittoria dei Titani risale al 2004 (1-0 al Liechtenstein), mentre bisognerà attendere dieci anni, qualche mese e ben 60 (SESSANTA) sconfitte di fila per il successivo (ed, anche in questo caso, ultimo) risultato utile, registrato pareggiando 0-0 in casa contro l’Estonia.
E, parlando di questo match, gli occhi di [IH] e [S] quasi si illuminano. Ci raccontano degli interminabili minuti di recupero, della gioia post partita e del lancio di maglie verso la tribuna, della delusione dei calciatori e dei tifosi ospiti e del finale in bellezza, a bere birra con i protagonisti sul campo.
Nel frattempo, si sono fatte le 19. Il calcio d’inizio è fissato per le 19.30, per cui è ora di abbandonare il tavolo e scendere per una decina di chilometri alla volta di Serravalle, castello in cui è sito l’impianto di gioco. I parcheggi non sono distanti dalla Città, in linea d’aria, ma per raggiungerli è necessaria una bella camminata a piedi oppure servirsi di una serie di ascensori. Optiamo per questi ultimi.
Scelta più che sbagliata.
È il giorno di Pasqua, i turisti si affollano numerosi e le code, pur non chilometriche, ci fanno tardare parecchio. Arriviamo allo stadio solo alle 19.35, senza aver ascoltato gli inni e sbagliando pure il lato d’accesso alla tribuna centrale…
Una volta entrati, [IH] e [S] ci coinvolgono nei cori, e noi ci lasciamo prendere. A noi si aggiungono Federico, altro seguace della nazionale (e anche lui rigorosamente straniero, proveniente da Forlì), e Veronica, che però si limita a scattarci qualche foto e a farci dei video. Eleonora, Dario e Giovanni, poco avvezzi al mondo del calcio, si siedono alle nostre spalle, intervenendo saltuariamente: la prima viene incaricata di urlare “FUORIGIOCO” ogni qualvolta arriva il segnale di [IH], mentre per gli altri due ogni occasione è buona per farci fare un altro carico di risate.
Partita che prosegue lineare per più di mezz’ora: Svezia che attacca continuamente, ma il 5-4-1 di mister Papini regge strenuamente e non dà minimamente l’idea di poter rendersi pericoloso in avanti (e di questo [IH] non sembra essere molto contento…). Bernardi sportella continuamente con i centrali avversari Hedlung e Lundqvist, ma anche vincendo i contrasti aerei raramente trova appoggi a suo sostegno, dall’altra parte Benedettini salva con un paio di belle parate, ma non può nulla sulla conclusione ravvicinata di Fransson, neoacquisto del Basilea, in Svizzera. 0-1 al 37′.
A fine primo tempo, i simpaticissimi Dario e Giovanni fanno una puntatina verso i tifosi svedesi presenti sugli spalti (“Mai visti tifosi ospiti ad una partita dell’Under 21”, ci riferiranno [IH] ed [S] in seguito), ottenendo, in cambio di un Toscano, una sciarpa e un berretto da vichingo tinto di gialloblu, e tornando infine trionfanti in postazione esibendo i cimeli.
Nella ripresa, la partita prosegue sulla falsariga del primo tempo: Svezia all’attacco, San Marino chiuso ermeticamente dietro. Ancora Benedettini è miracoloso su Engvall, mentre dall’altra parte, in un sussulto offensivo, Zafferani sfiora un clamoroso pareggio, tirando però alto. Sugli spalti, nel frattempo, in preda all’euforia generale, i cori a sostegno del Titano proseguono imperterriti, a volte volontariamente storpiati. Il coro “fino al novantesimo, siamo il dodicesimo” diventa alternativamente “fino al dodicesimo, siamo il novantesimo”, “quando è il novantesimo, siamo al novantesimo” e, su suggerimento dei soliti Dario e Giovanni, addirittura “fino al monacesimo, siamo al feudalesimo”.
Sul finale di gara, arriva la rete dello 0-2, firmata dal neo entrato Gustafson, rapido ad approfittare di una corta ma formidabile respinta di Benedettini sullo stesso giocatore svedese. Ma poco importa: sono gli ospiti a continuare ad attaccare con vigore, come se avessero bisogno di recuperare una situazione passiva, mentre i locali difendono un più che onorevole risultato. E la partita, tra gli applausi dei non moltissimi, ad onor del vero, presenti sugli spalti, finisce così.
I giocatori rispondono ringraziando la Brigata per il costante sostegno, mentre Claudio, appassionato di pantaloncini, abbozzando qualche parola in inglese prova a convincere lo stesso Gustafson a lanciarli verso la tribuna, ma il tentativo risulterà vano.
Al termine della gara, dopo gli abbracci di rito che [IH] ed [S] riservano a Giampaolo Mazza, presente sugli spalti, con il quale Claudio farà addirittura una foto, tutti insieme ci dirigiamo a cena al vicino Rose ‘n Bowl, un pub a poche centinaia di metri dallo stadio. Tra un piatto di carbonara, un hamburger e una birra, Yuri ed [S] scoprono di avere la passione comune per il wrestling, mentre Claudio parla del più e del meno con i dirimpettai Federico e Veronica. C’è il tempo per commentare la partita, sommariamente soddisfacente per gli esperti della Brigata, e per fare le ultime domande, in particolare sulla rivalità nata con il Liechtenstein e più volte evidenziata sulla pagina Facebook.
[IH] ci risponde che in realtà non è altro che un avversità artefatta, non una vera e propria antipatia. Ed è qui che ci viene in mente di aver letto di una trasferta nel Principato del Marzo 2015, chiedendo loro lumi sull’esperienza vissuta. [S] ed [IH] si guardano e ce la descrivono con un aggettivo: BEGGIA.
Lo sguardo sui nostri volti assume un’espressione interrogativa, per fortuna interviene Eleonora a spiegarci il significato: “la Beggenza è quella situazione in cui tu vuoi mangiare una pizzetta al salame, sbagliandoti la ordini al limone, ti correggi, ma poi chiedi lo stesso che ti venga servita al limone”. In pratica, è il provare una bella sensazione, mitigata da un fattore di stranezze esterne. Yuri, illuminato da cotanta bellezza del termine, ringrazia Eleonora ricambiando con un’organica spiegazione sul fuorigioco, servendosi dell’ormai comune esempio del lancio della borsa oltre al metal detector. 1-1 e palla al centro.
Siamo quasi alle 24, ed è giunta l’ora di lasciarci con un ultimo aneddoto: i tifosi della Brigata sono tra i pochi a non aver mai visto la propria nazionale non solo vincere, ma nemmeno segnare, se non a livello giovanile. Infatti, una volta formato il gruppo di tifosi, nessuno di essi era presente allo stadio in occasione di San Marino-Polonia 1-5 (rete di testa di Della Valle), né alle recenti e non facilmente raggiungibili trasferte in Lituania, Norvegia e Azerbaijan, né soprattutto alla storica vittoria casalinga dell’Under 21 contro il Galles nel Settembre 2013.
Eppure, [IH], [S] e compagnia bella non smettono mai di seguire i propri beniamini esponendo il vessillo dei Mai Una Gioia.
Perchè, in questo caso, vincere è l’ultima cosa che conta.