

Buonasera, eccoci ritrovati per la seconda “puntata” della rubrica “Fratelli Coltelli”.
Dal momento che sapete leggere, o c’è qualcuno di fianco a voi che lo sa fare, sapete già di quali fratelli parliamo oggi. I fratelli Xhaka (IPA: /ˈdʒaːka/).
Dal momento che non ho la più pallida idea di come si pronunci questo cognome, vi ho rimandato all’alfabeto fonetico. State tranquilli, si scrive pronuncia davvero così. Ho trovato l’informazione direttamente dalla fonte globale più amata ed utilizzata dai più autorevoli giornalisti mondiali. Quale? Che domande.. Wikipedia!
Come? Non sapete come si legge l’alfabeto fonetico? Oh beh.. non posso mica dirvi tutto io! Studiate! Poi, se avete tempo, insegnatelo anche a me, per favore.
Il 28 marzo del 1991 (auguri in ritardo!), a Basilea, nasce Taulant Xhaka. Taulant è un bambino nato in Svizzera da genitori kosovari, di etnia albanese, fuggiti ai confini con la Germania per colpa delle guerre in Jugoslavia, culminate tra il 1998 e il 1999 con il conflitto che dissolse definitivamente lo stato di Milosevic, meglio noto come “Guerra del Kosovo”.
Per andare sulla stretta attualità, è un figlio di profughi.
Vi invito ad approfondire la storia di questa regione balcanica, per comprendere al meglio le motivazioni che spinsero tante famiglie come la loro ad una vera e propria diaspora.
Taulant ha poco tempo per godersi il bello dell’essere figlio unico. Il 27 settembre del 1992, sempre a Basilea, nasce Granit.
Che, ridendo e scherzando, è più giovane di me. Il discorso è simile a quello che ho fatto settimana scorsa; se penso che lui si fa la bella vita e io sono qui che cerco di fare un articolo di sgamo alla velocità della luce, altrimenti il nostro Redattore Supremo mi lincia, mi vengono I brividi. Ovvero profonda tristezza ed immensa invidia.
Sicuramente sapere le origini della famiglia, come sono giunti in Svizzera e blablabla sarebbe interessantissimo e arricchirebbe tutti in mucchio, ma preferisco passare direttamente all’azione.
I nostri protagonisti si avvicinano al mondo del pallone di forma sferica.. Sferica.. Lo dite poi voi! Chissà se il Red. Supr. mi farà parlare, prima o poi, anche di questo aspetto del calcio.
Dicevo. Questi due cominciano a giocare a calcio nel Concordia Basilea, tipico nome da franchising di onoranze funebri, Taulant nel ’96 e Granit nel ’97.
Le capacità calcistiche dei fratelli Xhaka non resteranno inosservate e, sempre con il fratello maggiore a fare da apripista, tra il 2001 e il 2002 passano entrambi nella prima squadra della loro città. Il Fußballclub Basel 1893.
2001-2002, Basilea.. Sì, bravi, anche oggi avete attivato le sinapsi.
Il periodo è il medesimo nel quale Ciccio Gullo avrebbe avuto modo di salutare l’uccellino di Del Piero, durante una partita di Champion’s League. Altra minestra, come sempre.
Da qui, Granit, di ruolo centrocampista centrale, esplode, brucia le tappe e finisce per debuttare in prima squadra prima del fratello maggiore. E’ il 28 luglio del 2010.
Siamo all’88° minuto dell’andata del Terzo Turno Preliminare di Champions, Davanti a 5.217 spettatori, il più piccolo dei fratelli Xhaka fa il suo ingresso in campo. Siamo a Budapest, gli avversari sono gli ungheresi del Debreceni, il risultato è di 0-2 per gli svizzeri, ottimo per ipotecare il passaggio del turno.
Quello che succederà da lì a quattro minuti non era nemmeno nei più dorati sogni del giovane svizzero.
Di sinistro, al 92°, Granit Xhaka corona la giornata perfetta, insaccando il pallone alle spalle di Verpecz, portando il risultato sullo 0-3 finale.
In campionato debutterà solo un mese più tardi, il 21 agosto, da titolare, contro il Thun.
Thun che è nel destino del nostro amico Granit. Il primo goal in campionato avverrà proprio nella seconda partita, delle quattro totali imposte dal campionato elvetico, disputata contro la formazione biancorossa.
Nota di colore, il 3 settembre avviene anche il debutto nell’Under 21 rosso-crociata.
E Taulant come l’ha presa? Non voglio indagare, sicuramente sarà stato contento per il fratello; se poi tra le urla di gioia, ci siano state anche delle imprecazioni, non ci è dato sapere.
Taulant debutta dopo il fratello, sia nel club che nell’Under 21 della Svizzera. Come ruolo naturale è mediano, ma si adatta anche come centrale difensivo e come terzino destro.
Il 21 agosto del 2010 il debutto del fratello lo vede da una posizione privilegiata. Dalla panchina, dove siede per la prima volta, per tutti I 90 minuti. Recuperi compresi.
Il momento della prima presenza in campionato con la maglia rossoblù dell’F.C. Basilea arriva con l’anno nuovo, il 27 febbraio 2011, dove gioca subito titolare. A fine stagione, dopo 18 convocazioni e 5 presenze, viene confermato per la stagione successiva ma, durante il mercato invernale, viene ceduto in prestito al Grasshoppers, dove ha l’opportunità, per un anno e mezzo, di giocare con continuità.
Al ritorno alla base, alla fine della stagione 12/13, non troverà più il fratello minore, che è stato ceduto a luglio 2012 al Borussia Monchengladbach per 9 milioni di euro.
Spero di essere riuscito a spiegarmi, il paragone è quasi inaffrontabile.
Mentre Taulant debuttava in U21 svizzera, Granit faceva il suo esordio in nazionale maggiore.
Fino al 2014 Taulant ha aspettato una chiamata del suo stato natìo, inutilmente.
Avvalendosi della nazionalità albanese, il 7 settembre 2014 Taulant Xhaka esordisce da titolare nella nazionale allenata da Gianni De Biasi e Paolo Tramezzani, all’Estadio Municipal de Aveiro, contro il Portogallo. Da titolare.
Una trasferta incredibilmente proficua, dal momento che la nazionale dell’aquila nera vince contro i lusitani per 0-1, dando inizio alla cavalcata che li porterà a qualificarsi agli Europei francesi che si giocheranno tra poco più di due mesi.
Come al solito, il destino delle urne è stato beffardo e, il 12 dicembre 2015, I fratelli Xhaka hanno visto concretizzarsi quella che era solo una vaga possibilità. La seconda partita di Euro 2016, sarà la loro partita.
Granit ha già giocato contro l’Albania, nel 2012. Una partita dal sapore strano, una partita che l’ha visto “impalpabile per 90 minuti”, secondo la stampa elvetica. Una partita, giocata fianco a fianco con Shaqiri e Behrami, che con lui condividono la “diaspora kosovara”. Una partita che lo ha segnato e dove Xhaka, secondo alcuni appositamente, ha sbagliato la conclusione del possibile 3-0.
A fine partita pubblicherà queste parole sul suo profilo Facebook: “Svizzera-Albania 2-0. E’ una gara in cui ho provato tante emozioni. C’erano momenti della partita in cui non sapevo cosa fare e come comportarmi. Per voi forse io sono un traditore (il riferimento è ai supporters albanesi, ndr), ma in ogni caso mi sento del tutto albanese”.
Taulant ha deciso invece di seguire il cuore ed il sangue, passando oltre la riconoscenza che prova per la Svizzera, Paese che gli ha dato I natali, accogliendo I suoi genitori e che gli ha dato modo di crescere nella tranquillità che solo uno Stato neutrale può dare.
Con la nascita della Selezione Nazionale del Kosovo, non ancora riconosciuta da UEFA e FIFA, è nata anche la speranza di tanti giocatori svizzeri di origine kosovara di ricongiungersi, un giorno, sotto l’egida della loro regione balcanica di origine.
Il processo però, come potete immaginare, sarà lungo ed estremamente impegnativo. Gli anni novanta, nella penisola balcanica, hanno originato moltissime ferite, alcune di queste ben lungi dall’essere rimarginate.
La selezione kosovara, infatti, ha l’autorizzazione di disputare solo amichevoli, rigorosamente senza esporre la loro bandiera nazionale e senza far suonare le note del loro inno.
A Lens, sabato 11 giugno 2016, alle ore 15:00, ci sarà Albania – Svizzera e, ancora una volta, avremo modo di vedere due fratelli contro. Con il coltello tra I denti, almeno per novanta minuti.
Finchè il Kosovo non li riunisca.