

Fare parte del database di Football Manager è il sogno di chiunque giochi al manageriale più celebre del mondo. Alcuni giocatori ce l’hanno fatta, altri si sono dovuti “accontentare” in un ruolo dello staff tecnico. E tra questi, Matt Neil, assunto proprio grazie alle conoscenze accumulate sul simulatore.
Lavorare grazie a Football Manager
Chi, giocando a Football Manager, non si è mai perso nel mondo dell’immaginazione? Tra i sogni più frequenti, sperare che la carriera intrapresa possa trasformarsi in realtà, magari con la propria squadra del cuore. Oppure, anche solo desiderare di rivestire il più umile tra i ruoli all’interno di un qualsiasi staff professionistico.
Impossibile? Non per Matt Neil. Il ragazzo classe ’93 che, grazie alla sua ossessione per Football Manager, nel 2012 è stato assunto dal Plymouth Argyle – oggi in League One, terza serie del campionato inglese – come match analyst. Come, vi chiederete, Matt è giunto alle attenzioni della società, celebre a causa del record negativo che vede la città di Plymouth come la più grande a non aver mai ospitato un team di Premier League (e l’Argyle è la massima rappresentante del luogo)?
Tutto ebbe inizio nel 2008. L’appena quindicenne Matt, nativo proprio di Plymouth, si unì al team degli osservatori dei dilettanti del Truro City, grazie a un annuncio trovato nella versione britannica del sito di Football Manager. 140 chilometri al giorno, per sei mesi, per fare la spola tra la città natale e Truro, sita all’estremo sud-ovest del Regno Unito, abbinando gli impegni scolastici a quelli lavorativi. Retribuzione minima e insufficiente a coprire il solo prezzo del biglietto del treno, una palestra che però gli ha permesso di spiccare il volo verso lidi più altisonanti.
Il salto al Plymouth Argyle
Galeotto fu l’allegato al curriculum spedito al Plymouth Argyle.
Un documento Excel pieno di statistiche, storia e prestazioni di ogni giocatore in forza alla squadra, tutto curato nei minimi dettagli. Una serie di dati raccolti sia tramite ricerche sul campo, sia, come ammesso dallo stesso Matt, grazie ai database di Football Manager. L’incrocio del materiale raccolto ha permesso al giovanissimo, aspirante scout di sviluppare un accurato profilo della squadra, capace di colpire immediatamente lo staff manageriale del Plymouth, stupito dalla giovane età di Matt Neil.
Piccolo e non trascurabile dettaglio, decisivo sin dal primo colloquio, fu l’esperienza maturata in ambito Football Manager. Il ragazzo, infatti, lavorava col team di ricercatori del gioco già dallo stesso 2008, secondo under 16 a farlo in tutta la Gran Bretagna. E proprio questo finì per essere un punto a suo favore. L’esperienza – benché minima – nella raccolta e gestione dei dati ha fatto sì che il posto fosse suo.
Inoltre, lo stesso Matt Neil ha dichiarato che Football Manager è stato parte integrante della sua adolescenza, con almeno 700 ore di gioco annuali. Con una costante: mai al Plymouth, sin troppo conosciuto dal ricercatore dello stesso club. Tanto facile giocarci, quanto a rischio nausea avere a che fare sempre con i medesimi calciatori…
Matt Neil, capo match analyst a 19 anni
Come già anticipato, dal 2012 al 2019 Matt Neil ha rivestito il ruolo di responsabile della match analysis del club. Tutto grazie all’intercessione dell’allora tecnico Carl Fletcher, che caldeggiò l’ingaggio del diciannovenne Matt dopo aver visto un suo montaggio video relativo a un possibile consiglio per un acquisto futuro. E ne fu talmente tanto colpito da commissionargli una minuziosa analisi dell’intera rosa, realizzata poche settimane dopo.
L’ abilita del giovane ricercatore è stata proprio quella di aver saputo leggere adeguatamente le caratteristiche dei giocatori, con un innegabile punto di partenza proprio in Football Manager. I software sviluppati dalla Sports Interactive, abbinati ad un buon spirito di osservazione, hanno permesso alla società, tramite Matt, di implementare le proprie conoscenze.
«Sia chiaro, però», ha sottolineato in un’intervista il protagonista odierno, «che non è assolutamente possibile affidarsi solo ed esclusivamente a Football Manager. Se, ad esempio, un attaccante ha buone doti di finalizzazione nel gioco, va sempre verificata la veridicità dei dati. E non è detto che l’osservazione diretta di due-tre gare possa bastare…».
Se da una parte gli impegni lavorativi costringono Matt a disertare, a malincuore, l’impegno quotidiano con Football Manager, dall’altra nello spazio dei ricordi non può mancare l’aneddoto relativo al gioco. «Ho sempre avuto un debole per il portiere scozzese McCallum, mio coetaneo un tempo ‘wonderkid’ del Dundee United. Un giorno, me lo sono ritrovato in prova qui a Plymouth, ed è stata una delle sensazioni più strane della mia vita. Così, il giorno dopo, poco prima di una partita, l’ho avvicinato raccontandogli i miei trascorsi, nella vita virtuale, con lui in rosa, anche in Premier League. Come prima cosa, mi ha chiesto se lo stessi prendendo in giro…»