

È corretto comparare titoli storici del gaming italiano come FIFA e PES a un gioco come Football Manager? Abbiamo provato a spiegare perché, a nostro parere, non va fatto (e non vanno creati esperimenti ibridi…)
L’esplosione di Football Manager
Negli ultimi anni, tra i giochi sportivi, all’imperante dualismo tra PES e FIFA si è aggiunta la spinta di Football Manager. Un’esperienza di gaming cresciuta nel tempo che si è inserita tra i due titoli pur rivestendo il ruolo di un genere totalmente diverso e incomparabile. In molti, comunque, hanno provato a mettere in confronto e competizione le due diverse sfere, con esiti alterni.
Molte community online, negli anni, si sono lanciate nell’esprimere le loro teorie. Così, si sono formati due schieramenti. Da una parte i puristi di FIFA e PES faticano ad accettare la mancata possibilità di disputare le gare, lasciando che sia il computer a decidere l’esito finale della partita. Dall’altra gli amanti di Football Manager apprezzano la possibilità di gestire in maniera capillare diversi aspetti societari, dal mercato alla parte finanziaria. Due anime in contrapposizione alle quale se ne somma una terza che gradirebbe un’unione dei due aspetti. Ma andiamo ad analizzare meglio le diverse sfaccettature.
I lati positivi di FIFA e PES
Fifa e PES non sono altro che semplici simulatori di calcio, basati quasi esclusivamente sulle abilità manuali del videogiocatore. Anche se, in epoca recente, FIFA ha sdoganato un’esperienza più gestionale attraverso la modalità carriera, mutuando alcuni concetti cari agli amanti di Football Manager. Così, da qualche anno, è possibile seguire lo sviluppo della squadra Primavera ed è presente l’opportunità di inviare osservatori per scovare nuovi talenti.
Tuttavia, l’asse portante dei due giochi è chiaramente la partita. Il risultato finale è determinato quasi esclusivamente, in maniera sin troppo esemplificativa, dal saper pigiare i tasti giusti al momento giusto. Così, si può capovolgere l’esito previsto di un match anche affrontando la formazione titolare del Barcellona con una squadra di quarta divisione inglese, attraverso l’uso corretto dei joypad o della tastiera. Ragionando in un’ottica di realismo, però, a parte sparute eccezioni è anche un grosso difetto.
Altro grosso punto a favore di FIFA e PES è l’immediatezza che rende il gioco molto più fluido e accessibile a chiunque, specie a chi vi si affaccia per la prima volta. Le tattiche non assumono un’importanza predominante e il giusto bilanciamento tra ruoli e posizioni può essere trovato in poco tempo. L’interfaccia semplice e chiara, inoltre, consente di schierare una rosa all’altezza in maniera alquanto semplice.
I lati positivi di Football Manager
Dall’altra parte, Football Manager è qualcosa di devastante per chi, da novizio, è chiamato al primo impatto. Diversamente dai titoli già citati, non è un gioco per tutti. Non basta essere dei semplici appassionati di calcio, ma anche persone attente ai minimi dettagli, che perderebbero ore e ore solo a trovare il terzo portiere di riserva (magari giovane promessa, grazie a un database vastissimo). Anche l’interfaccia, affrontabile con relativo agio dai più esperti, richiede quantomeno alcuni giorni di gioco per essere chiara e pienamente fruibile. In sintesi, per potersi gustare al 100% Football Manager non è sufficiente un impatto rapido, ma si rende necessario un graduale apprendimento che, nel peggiore dei casi, può anche durare anni.
Un incubo, direte, se non avete mai giocato a FM. Tutt’altro: proprio per le difficoltà iniziali, le soddisfazioni raggiungibili sul lungo termine non hanno eguali. Gli allenamenti, la costruzione dello staff, le finanze risicate allo studio e la costruzione di una tattica vincente (o, quantomeno, non perdente) sono il sale di un gioco che sta riscuotendo sempre maggior successo.
È proprio questa la tangibile differenza che distingue Football Manager dagli altri titoli già citati. Il cuore della sfida non sono le partite – che pure, chiaramente, rivestono una fondamentale importanza – ma i risultati ottenuti sono solo una conseguenza di tutto ciò che accade prima e dopo la stessa. Non saranno le tue mani a determinare il risultato finale, ma gli sforzi messi sul campo da coloro che tu hai schierato, dallo stato mentale e di forma della squadra e dalle motivazioni che sarai riuscito a dare. Certo, si potranno sempre fare dei piccoli accorgimenti durante il match, ma se prima non si è allestita una squadra all’altezza della competizione e se questa non è stata gestita a dovere è quasi impossibile uscirne vivi.
Dualismo o no?
Due tipologie di giochi, quindi, che in linea teorica non andrebbero messi in comparazione tra loro. Giocare a FIFA e PES non esclude che si possa farlo anche su FM, anzi: si tratta di esperienze che possono essere considerate complementari. Le tante caratteristiche che differenziano le due fazioni, infatti, rendono le due tipologie compatibili. E, potenzialmente, si potrebbe avere una scelta maggiore su cosa giocare in determinati momenti della giornata.
Se si preferisce un approccio più immediato, disimpegnato e magari sociale, coinvolgendo più persone insieme, FIFA e PES sono le scelte migliori. Una delle prerogative poste dagli sviluppatori di EA Sports e Konami, infatti, è quella di sviluppare una giocabilità sia in solitaria sia, soprattutto, in compagnia, sia offline che online. Per quanto riguarda Football Manager, invece, l’esperienza multiplayer lascia ancora a desiderare. Concludere un’intera stagione con più allenatori è un’impresa quasi solo paragonabile alla vittoria della Coppa del Mondo con il San Marino: non impossibile, ma serve pazienza. Perciò, attualmente, questo titolo è quasi esclusivamente adatto per il giocatore singolo che preferisce un gioco più di testa, che di pancia.
In conclusione, potremmo definire quello tra FIFA/PES e Football Manager un duopolio che ha fatto la storia dei videogiochi sportivi, specie negli ultimissimi anni. Una fusione tra le due diverse tipologie di gioco per molti sarebbe un sogno. Anche se le precedenti esperienze, quali Fifa Manager, hanno lasciato l’amaro in bocca a diversi fan.