Il calciatore più amato di sempre in Football Manager

Anthony Vandenborre è stato eletto come giocatore più amato nella storia di Football Manager
Anthony Vandenborre è stato eletto come giocatore più amato nella storia di Football Manager
Anthony Vandenborre, eletto dai social italiani come giocatore più amato di Football Manager dopo un’aspra competizione (fonte: labaroviola.com)

Nel 2017 sui social italiani è nata una strana competizione: scegliere il giocatore più amato di tutti i tempi all’interno del mondo di Football Manager. Facebook ha scelto, a sorpresa, Anthony Vandenborre, terzino passato (con alterne fortune) anche dal campionato italiano.

 

Football Manager… a colpi di like

Tutti gli appassionati di Football Manager ricorderanno sicuramente i grandi giocatori che hanno fatto la storia di questo gioco. Ogni allenatore virtuale, com’è normale che sia, ha sviluppato una certa affezione nei confronti di una particolare edizione, o, più nello specifico, verso il singolo trascinatore della squadra. Tuttavia nessuno aveva mai verificato, tramite una e propria competizione, chi fosse al top della classifica dei giocatori più amati.

E quale mezzo, meglio dei social, ha potuto decretare un vincitore? Su uno dei gruppi Facebook dedicati a Football Manager Italia è stato proposto un simil torneo nel quale si sarebbero affrontati, a colpi di like, 84 giocatori iconici del più celebre manageriale calcistico. I calciatori sono stati scelti all’interno di un arco temporale che è andato da Championship Manager 1998 a Football Manager 2015. Da Tommy Svindal Larsen, centrocampista norvegese dalle notevoli potenzialità, al più recente (e conosciuto) Domenico Berardi.

La fama reale del giocatore all’epoca dell’edizione in cui si è rivelato al mondo ha costituito l’unica restrizione della competizione, formata da una fase a gironi iniziale e una successiva serie di scontri a eliminazione diretta. Così fenomeni a tutto tondo come Zidane, Ronaldo o Kakà, giusto per citarne alcuni, sono rimasti fuori dai giochi ancora prima di iniziare.

La caduta degli Dei dei Football Manager del passato

Ogni previsione sembrava far propendere per la vittoria finale dei vari Tsigalko, Samba e Kerr, celeberrimi protagonisti di Championship Manager 2001/02. E invece no. Contrariamente a ogni pronostico hanno avuto la meglio calciatori scoperti in epoca più recente, soprattutto grazie alla massiccia presenza di giovani videogiocatori che hanno scoperto il gioco solo in epoche successive.

Il primo dramma nostalgico si è consumato già nel girone A. L’uscita di scena del Maradona di Football Manager Tonton Zola Moukoko, congolese di passaporto svedese e stellina di CM 01/02, è avvenuta per mano di due improbabili protagonisti strettamente ricollegabili all’Italia e all’edizione 2004. Uno, Daniele Bonera, era tra i difensori potenzialmente più forti al mondo. L’altro, l’ex intervista Eliakwu, invece era un autentico wonderkid di quell’annata, definito come grande rimpianto del responsabile della Ricerca Italiana Official, Alberto Panoz Scotta.

Il segnale d’allarme per i giocatori provenienti dal passato remoto è rimasto latente nel corso della fase a gironi. Marco Verratti, giovane promessa del Pescara in Serie C da FM 2008 in poi, ha passeggiato sui vari Sakho, Millan e uno stoico Djordjic (CM 2000), presunto erede naturale di David Beckham. Chi ha rischiato un clamoroso smacco è stato Freddy Adu, che ha battuto solo in extremis il tutt’altro che longilineo Diego Buonanotte.

La grande sorpresa, però, è stata la precoce eliminazione di Julius Aghahowa, l’uomo dei 20/20 in accelerazione, agilità e resistenza. Il calciatore nigeriano è stato superato da Foquinha Kerlon, comparsa del calcio italiano, e da quel Mbaye Niang che fu giovane promessa ai tempi del Caen.

La sorpresa Carlos Fierro

Nella fase a eliminazione diretta alcuni giocatori si sono imposti con percentuali tutt’altro che risicate. Oltre a Verratti hanno avuto lo stesso privilegio Anthony Vandenborre, altro grande astro di Football Manager che non ha sfondato in Italia, e il bulgaro Anatoli Todorov, bomber implacabile in Championship Manager 04. Il grande outsider, però, è stato un sorprendente Carlos Fierro, talento messicano e macchina da gol in Football Manager 2014.

Dopo aver passato agevolmente il proprio gruppo, infatti, l’attaccante classe ’94 ha letteralmente polverizzato l’ex Fiorentina Federico Carraro ai sedicesimi, lanciandosi allo scontro con l’amatissimo Maxim Tsigalko. Uno che non ha bisogno di molte presentazioni, visto che si tratta probabilmente dell’attaccante più forte mai visto su Football Manager.

La storia, comunque, ci insegna che a volta Davide può battere Golia. Fierro, dopo una partenza in sordina, rimonta e batte Tsigalko. Un autentico colpo di scena.

La fase a eliminazione diretta

Ai quarti di finale rimangono otto veri e propri idoli di più generazioni di giocatori. Khouma Babacar e Romelu Lukaku, attaccanti che hanno fatto la fortuna di molti allenatori di Football Manager, devono inchinarsi alla superiorità dei due colossi Vanden Borre e Adu. Invece Fierro e Verratti proseguono il loro incredibile cammino, vincendo rispettivamente contro Balanta, altra grande rivelazione, e l’altra infermabile punta Sanogo, mito in FM 2011.

Finalmente ci avviciniamo alla conclusione. Da una parte Adu e Vanden Borre, due grandi storici giocatori che non hanno confermato nella realtà le grandi aspettative di Football Manager. Dall’altra parte invece, due giovanissime promesse che hanno ancora la possibilità di diventare dei veri e proprio fenomeni. Alla fine la spuntano i due vecchietti. È sparita la grande paura, palesata dai giocatori d’annata, che non ci fosse nemmeno uno storico giocatore delle vecchie edizioni di Football Manager.

L’attesa per l’atto finale è altissima, l’esito però non rispecchia il pathos. Vanden Borre stravince, probabilmente aiutato dalla notizia, poi smentita, di un prematuro ritiro dal calcio giocato. Un esito che alla fine ha messo d’accordo un po’ tutti. Perché, nonostante i pareri differenti, alla fine quello che conta è la sensazione personale che si prova durante il gioco, le emozioni della corsa e dei trofei, più che il riconoscimento al giocatore preferito.

 

 

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