

Se Football Manager è un gioco in continua crescita, molto è dovuto alla platea di volontari che si occupano della ricerca dati sui giocatori. A capo del team c’è Alberto “Panoz” Scotta, che abbiamo intervistato per Football Pills
Chi è Panoz?
Per alcuni è un semplice passatempo, per altri una costante giornaliera, per altri ancora è quasi una dipendenza.
Football Manager è il più celebre gioco manageriale di calcio, realizzato da SEGA e Sports Interactive. Un gameplay in continua crescita grazie alla capacità di saper intrattenere chi vi gioca per ore e ore. E, anno dopo anno, gli utenti sono in trepida attesa per scoprirne le novità. A partire dal valore di determinati giocatori: c’è un team, composto da soli volontari, che si mette al lavoro per le dovute modifiche della piattaforma e dei dati relativi ai giocatori. In Italia il compito è della RIO, acronimo di Ricerca Italiana Official, che da Giugno a Settembre si occupa degli aggiornamenti del database italiano, al fine di rendere il gioco più consono alla realtà attuale. A capo dell’organizzazione, c’è Alberto Scotta, più comunemente conosciuto come Panoz.
Alberto, originario di Fossano, nel cuneese, in Italia è quasi un istituzione per quanto riguarda Football Manager. Sul suo sito è possibile scaricare ogni tipo di aggiornamento relativo al gioco, dalle componenti grafiche alle tattiche da utilizzare, passando per i database contenenti tutti i trasferimenti. La sua pagina Facebook, inoltre, è un cult per gli appassionati: sono oltre 10.000 i like ottenuti.
Tra passione per FM… e RIO
«Gioco a Football Manager», racconta Panoz, «dalla stagione 93/94, quando ancora si chiamava Championship Manager ed era in floppy disk. Ciò che mi entusiasmò, oltre alla presenza del campionato italiano, fu la possibilità di acquistare i giocatori con delle effettive trattative, cosa che non era presente in nessun altro gioco di calcio. Così, dal 1996, con Championship Manager 3, ho deciso di svolgere il ruolo di head researcher (caporicercatore) per l’Italia».
«Ci tengo a precisare, comunque, che per me è pura e semplice passione, ciò che praticamente mi tiene sveglio tutte le notti tra Giugno e Settembre. Infatti, sono laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni e svolgo un lavoro coerente con i miei studi, ben lontano da Football Manager». A tenere sveglio Alberto, ovviamente, è l’immenso lavoro di ricerca svolto «con l’ausilio di circa 60 collaboratori stabili, più una quarantina di saltuari i quali, in genere, si occupano di una sola squadra. Rispetto a qualche anno fa, i numeri sono calati, a favore, comunque, di una maggiore professionalità».
Come funziona la ricerca dei giocatori per Football Manager?
«Le prime attività della RIO», racconta Panoz, «iniziano nel mese di Giugno e sono relative all’update delle categorie e delle carriere di ogni singolo giocatore militante in Italia. Poi avviene la fase in cui le compagini vengono ripartite ai capisquadra, i quali, sulla base dell’anno precedente, si occupano di aggiornare le abilità dei giocatori. Al di sopra di essi ci sono i caposerie, che approvano il lavoro e operano le opportune correzioni per poi inviare il tutto a me. Il mio compito è quello di importare le modifiche nel database centrale che verrà spedito a Londra, sede della Sports Interactive, nel mese di Agosto. Dopo una settimana ci vengono restituiti i dati, così da ovviare alle ulteriori modifiche, specie sui trasferimenti. A Settembre, finito il lavoro, è necessaria una fase di disintossicazione da Football Manager (ride, ndr)”».
La passione di Panoz per FM
È spontaneo chiedere quale sia il suo rapporto con Football Manager, e, in particolare, con quale squadra tende a iniziare le carriere. Qualunque giocatore di lunga data, come chi scrive, solitamente affronta la propria prima avventura con un club al quale è, in qualche modo, legato.
La risposta un po’ ci sorprende. «A dire il vero, soltanto nelle ultime due stagioni sono partito con la stessa squadra, il Sassuolo, società ambiziosa con uno stadio di proprietà. Prima ho sempre variato: Getafe, ADO Den Haag, fino alla storica società scozzese dell’East Fife, oggi relegata nelle serie inferiori. La mia è semplice curiosità, più per osservare il lavoro svolto che altro. Se dovessi dare un consiglio, il Sassuolo è la squadra perfetta per un utente medio o che inizia la sua prima carriera, mentre per i più esperti niente è più soddisfacente di tentare la scalata dalle leghe più basse».
«Per quanto riguarda il mio rapporto con Football Manager, invece», continua, «sono legato ad ogni edizione, ma quella che ho più nel cuore è quella del 2005. È la prima dopo la “separazione” da Championship Manager, che dava la possibilità di giocare online. Tra gli utenti avversari, peraltro, c’era un certo Marco Santin, una delle tre voci fuori campo della Gialappa’s. Passavamo nottate intere a giocare, spesso terminando solo quando si verificavano dei problemi ai server».
Le curiosità e gli episodi da raccontare
La chiacchierata con Panoz si chiude chiedendo allo stesso di enunciare gli episodi più strani e simpatici verificatisi in fase di ricerca relativi agli anni scorsi.
«La storia più conosciuta», narra quasi divertito, «è quella relativa all’italo-brasiliano Mascio, pura invenzione del ricercatore che si occupava della Cisco Roma in Football Manager 2009. Un fenomeno capace di diventare tra i più forti giocatori al mondo, mai esistito. Sono comunque all’ordine del giorno le discussioni con i collaboratori relative alla difficoltà di riconoscere quale giocatore abbia firmato per una determinata squadra. Spesso accade con quelli con lo stesso cognome: un anno ci fecero impazzire i gemelli dominicani Espinal, entrambi meteore dell’Atalanta e poi protagonisti nelle serie minori. Altre diatribe sono quelle relative ai valori dei giocatori, le cui qualità spesso sono sovrastimate da alcuni capisquadra, per cui si rende necessaria un’attività di mediazione».
«Gli episodi più divertenti, però, concernono le discussioni con i ricercatori degli altri paesi. Quando la Juve prese Ibrahimovic dall’Ajax, i responsabili esteri gli davano una valutazione che non gli avrebbe mai permesso di giocare tra i bianconeri di allora. Per darci un termine di paragone, era praticamente uguale a quella di Yksel Osmanovski, suo connazionale transitato, con fortune alterne, da Bari e Torino, sponda granata. Richiedemmo a Londra la possibilità di aumentare la sua abilità, ottenendo, non senza malumori, il placet per farlo. Lasciatemi dire che alla fine ho avuto ragione io…».