Calcio e Motori: Shanghai, teatro del derby più bello d’Asia

Shanghai derby tra Shenhua e SIPG
Istantanea del derby di Shanghai giocato nel Marzo 2018 e vinto dal SIPG, oggi Shanghai Port (fonte: soccerinchina.com)

Nella metropoli cinese di Shanghai trovano spazio numerose discipline sportive. Tra quelle importate dal Vecchio Continente, stanno prendendo parallelamente piede calcio e Formula 1. La storia del GP di Cina e di un sentitissimo derby tra lo Shenhua e il Port. Senza esclusione di colpi…

 

Import ed export motoristico in Asia

Sul finire del ventesimo secolo, i paesi asiatici hanno conosciuto un notevole boom economico e tecnologico, con un processo di industrializzazione senza precedenti che ha messo in ginocchio l’intera economia occidentale. In paesi come Cina, Corea del Sud e Taiwan hanno cominciato a svilupparsi aziende che ora sono considerati colossi mondiali. Nel campo dei motori, su tutte, hanno avuto un deciso upgrade Hyundai, Kia, Proton e Samsung Motors, costola della sopracitata azienda coreana. Inoltre, dal 2010, la cinese Geely possiede la Volvo.

Fatto salvo il periodo a cavallo dei due millenni, con l’economia del sud est asiatico che conobbe una grave crisi, tutti i principali marchi automobilistici e motociclistici guardarono con grande interesse questa parte del mondo. E qual è il miglior modo per affacciarsi a nuovi mercati? Il motorsport, che domande!

E dopo i primi tentativi di sbarco in Indonesia e Malesia, fatti dal Motomondiale, anche l’allora patron della Formula 1 Bernie Ecclestone si fece ingolosire dalle sirene asiatiche…

 

Il circuito di Shanghai e la Formula 1

Un progetto avveniristico sorse nel 2003 nell’area metropolitana di Shanghai. Il circuito, sorto alla periferia della metropoli cinese, fu ideato dal solito Hermann Tilke e salì alla ribalta per la conformazione particolare delle tribune. Imponente è quella centrale che si staglia sul rettilineo di partenza, sormontato da due caratteristici ponti, mentre curiosa è la copertura degli spalti situati al termine del lunghissimo rettilineo opposto ai box e sul successivo allungo che segue il caratteristico tornantino. Infatti, gli spettatori sono protetti dalle intemperie grazie a un tetto che ricorda i fiori di loto.

L’architetto tedesco ha disegnato il tracciato facendo in modo che assomigliasse al carattere cinese shang, la radice del nome della città nella quale sorge l’impianto. Il nastro d’asfalto si contraddistingue grazie alla prima lunghissima curva a destra, a ricciolo, che si raddrizza dopo circa 10 secondi di percorrenza con un tornante a sinistra e un mix di curve veloci, staccate importanti e rettilinei infiniti. Il più lungo misura più di un km, da fare tutto a gas spalancato fino ad arrivare al già nominato tornantino.

Nel 2004 si disputò il primo Gran Premio della Cina di F1 della storia, vinto da Rubens Barrichello su Ferrari. Il circus di Ecclestone fu seguito l’anno dopo dalla carovana del Motomondiale, che corse a Shanghai fino al 2008. Nel 2007, tornando alle quattro ruote, una grossa fetta di mondiale si giocò proprio qui. Un giovane Lewis Hamilton, debuttante su McLaren, era in testa al campionato quando si ritirò dopo essersi insabbiato all’ultima curva, gettando così le basi per il trionfo finale di Kimi Raikkonen. A sublimare l’importanza storica di questo impianto è anche la prima vittoria di Nico Rosberg in F1, che ha coinciso con il primo successo della Mercedes dal ritorno in F1 nel 2010.

 

Il derby di Shanghai

Non solo motori, però. Il calcio divide in maniera netta due animi contrapposti. Da qualche anno, infatti, le due squadre di Shanghai (Shenhua e Port, una volta SIPG) hanno dato vita ad un derby molto sentito. Che, pur non noto al pubblico alla pari delle grandi sfide tra le concittadine europee, è senz’altro tra i più importanti e combattuti dell’intero calcio asiatico. Per qualcuno, addirittura, sta superando per importanza il pentitissimo derby iraniano tra Persepolis ed Esteghlal, nonostante la cornice di pubblico sia nettamente inferiore.

Le due squadre, peraltro, sono finite sui giornali del Vecchio Continente grazie ai colpi di mercato delle scorse stagioni. Lo Shenhua ha puntato forte su Guarin e Obafemi Martins, tuttora in rosa, e su quel Carlos Tevez che, transitato in passato da queste parti, non è certo ricordato come l’ottimo calciatore visto alla Juventus. Il SIPG, per tutta risposta, ha sborsato ben 115 milioni per i brasiliani Oscar e Hulk, e in difesa spicca Ricardo Carvalho, arrivato in Cina per chiudere la carriera. Il rafforzamento di ambo le compagini ha sortito l’effetto di acuire il desiderio di predominio delle parti e, consequenzialmente, la rivalità.

Per spiegare meglio l’acredine che intercorre tra i due club, basta tornare a Luglio 2016. Il terribile intervento su Demba Ba di Sun Xiang, difensore del SIPG e, come raccontato nell’articolo su Dong Fangzhuo, primo calciatore cinese ad esordire in Champions League, ha fatto il giro del mondo. L’attaccante senegalese uscì dal campo in lacrime, con la tibia letteralmente spezzata. È solo la punta di diamante di una serie di partite in cui i tanti gol fungono solo da corollario a partite maschie, con numerosi cartellini sventolati all’indirizzo delle squadre. Non sono da meno i due presidenti, pronti a scambiarsi accuse alla vigilia di ogni derby. E a limitare quanto più possibile l’accesso dei tifosi ospiti nei rispettivi stadi, come evidenziato su All Asian Football, il portale italiano di riferimento sul calcio asiatico e cinese.

 

I due stadi

In quest’ultima strategia, è senz’altro semplificato l’approccio dello Shenhua, di casa all’Hongkou Stadium. Un gioiellino da 33000 posti che ha già ospitato la finale del Mondiale femminile del 2007, vinta dalla Germania sul Brasile per 2-0 grazie alle reti di Birgit Prinz (sì, proprio quella che Gaucci voleva prendere al suo Perugia) e Simone Laudehr. Impianto moderno con le tribune a ridosso del terreno di gioco, la cui capienza ridotta produce un effetto catino. Senz’altro, un punto a favore per la minore, almeno sulla carta, delle due sorelle.

Negli ultimi anni, infatti, il SIPG, oggi Shanghai Port, si è affacciato prepotentemente sulla scena del calcio cinese. Nel 2013 è arrivata la prima partecipazione alla Chinese Super League, con un continuo rafforzamento teso alla leadership del campionato. Nel quale, però, il cammino si è fermato per ben due volte al secondo posto in classifica.

Lo stadio casalingo del Port è un impianto noto per gli italiani. Teatro di numerose partite ai Giochi Olimpici del 2008 – su tutte lo spettacolare quarto di finale tra Argentina e Olanda – ha ospitato la Supercoppa Italiane del 2015, con la vittoria della Juventus sulla Lazio. Una struttura mastodontica che, di riflesso, paga lo scotto di una percentuale di affluenza decisamente minore rispetto ai cugini.

 

 

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