

Una città sempre più europea. Baku si sta velocemente evolvendo in una dimensione più vicina al Continente, sia nelle infrastrutture, sia nella mentalità. Una precisa strategia mediatica ha portato qui il GP d’Europa di Formula 1, la prima edizione dei Giochi Europei, l’Europa League e l’Europeo…
La Formula 1 sbarca in Azerbaijan
Negli ultimi anni i confini sportivi dell’Europa sono stati più volte ridisegnati, finendo per sconfinare in Asia. Precursore è stato il calcio, con l’UEFA che ospita numerosi paesi di confine, in gran parte nati dalla disgregazione dell’URSS. Tra questi c’è l’Azerbaijan, primo paese soggetto ad europeizzazione anche nel motorsport. Nel 2016, infatti, Baku ha ospitato l’ultimo GP d’Europa di Formula 1, titolazione un tempo riservata a corse disputate in autodromi storici nel panorama continentale. La città affacciata sul Mar Caspio ha seguito Brands Hatch, Donington, Jerez e Nurburgring, mentre più recentemente il teatro della corsa europea era stato il suggestivo Street Circuit di Valencia. Dal 2017 in poi, invece, il Gran Premio ha assunto l’attuale nomenclatura di GP dell’Azerbaijan.
Il circuito azero si muove proprio sul solco di Valencia, ricavato sulle strade cittadine della capitale dello stato. Lungo poco più di 6000 metri e disegnato dal solito Tilke, si snoda lungo le principali strade della città, mostrando i migliori scorci della stessa. La peculiare conformazione del tracciato lo rende uno dei più controversi tra i pari grado. Sul rettilineo lungo 2,2 km, il più lungo del Circus, la FIA ha registrato una velocità di punta di 366,1 km/h, raggiunta da Bottas nel 2016 sulla sua Williams. Stando alla telemetria, la scuderia ha rilevato un picco massimo di 378 km/h, mai raggiunto nemmeno a Monza, pista universalmente riconosciuta come tempio della velocità.
Le stranezze non finiscono qui, poiché a questo eterno rettilineo seguono diversi tratti distintivi di un tracciato non permanente. Su tutti, le numerose curve a 90 gradi e una strettoia particolarmente atipica, la famigerata (e biasimata) sequenza di curve 8, 9 e 10. Qui la sede stradale, larga appena 7 metri, immette i bolidi nella parte vecchia della città, regalando uno scenario unico nel suo genere. E nonostante le numerose e spesso ingenerose critiche ricevute, Baku ha regalato sorprese e pagine non banali alla Formula 1.
I giochi europei di Baku
La scelta di sponsorizzare l’immagine del paese tramite il GP di Formula 1 si muove all’interno di una strategia mediatica che ha coinvolto lo sport a 360 gradi. L’obiettivo è quello di mostrare una città, quella di Baku, sempre più volta all’Europa. Non a caso già nel 2015 la città ha ospitato la prima edizione dei Giochi Europei, alla quale hanno partecipato tutti i paesi del continente dotati di un Comitato Olimpico.
24 sono state le discipline coinvolte, tra le quali anche il sambo, arte marziale russa, e il beach soccer, sport non facenti parte del classico programma olimpionico. A scapito, tra gli altri, di calcio a 11 e di buona parte dell’atletica leggera, con le maggiori nazioni che non hanno partecipato.
Così, il mastodontico stadio Olimpico di Baku è stato praticamente disimpiegato nel primo evento ufficiale per il quale se ne è fatto utilizzo. Fatte salvo le imperiose cerimonie di apertura e chiusura della manifestazione, a calcare il manto erboso ci hanno pensato solamente gli addetti alle misurazioni delle gare di lancio dell’atletica. Il fine primario per il quale è stato costruito, tuttavia, è stato quello di ospitare il calcio e la nazionale dell’Azerbaijan. Ma basta attendere qualche mese…
Lo stadio Olimpico di Baku
Quasi 70.000 posti, per un costo complessivo superiore ai 640 milioni di dollari. La voglia di emergere nel panorama internazionale dell’Azerbaijan è passata anche dalla costruzione di un nuovo impianto dedicato al calcio.
Nel giugno del 2011, in occasione del centenario della Federcalcio locale, l’Azeirbaijan ha comunicato ufficialmente l’inizio ai lavori per costruire il nuovo stadio, denominato Stadio Nazionale. Nel 2012, in seguito all’avvenuta assegnazione dei Giochi Europei, esso è stato modificato in Olimpico.
La struttura è avveniristica e dotata dei maggiori comfort, fortemente ispirata all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Essa presenta, oltre all’impianto da gioco, anche numerosi hotel e aree verdi di contorno. Ultimata, nella sua completezza, pochi mesi prima dell’inizio dei Giochi, è stata ufficialmente inaugurata solo il 10 Ottobre del 2015, con un match disputato dalla nazionale azera e valido per le qualificazioni ad Euro 2016. Sparring partner d’eccezione, in quel caso, fu l’Italia di Conte, che si impose per 3-1 ottenendo il matematico pass per la kermesse francese dell’estate successiva.
Baku si avvicina all’Europa, l’Europa a Baku
L’Europa dei club, invece, ha dovuto attendere qualche anno. La storica qualificazione ai gironi di Champions 2017/18 del Qarabag Agdam ha aperto le porte della massima competizione europea all’Azerbaijan e a Baku. La compagine del Nagorno Karabakh, infatti, a causa della guerra civile sin dal 1993 gioca le sue gare interne nella capitale, e in tale occasione ha traslocato all’Olimpico. Lo stadio, così, ha potuto ospitare il gruppo impossibile del Qarabag, impegnato contro Roma, Chelsea e Atletico Madrid, con quest’ultima squadra bloccata sul pari sia in patria, sia al Wanda Metropolitano.
È stato solo l’inizio di un triennio che ha visto lo Stadio Olimpico di Baku in una posizione sempre più centrale del calcio europeo. Nel 2019, infatti, qui si è disputata la finale di Europa League, vinta dal Chelsea di Sarri contro l’Arsenal. E, dulcis in fundo, l’impianto è stato selezionato tra i 12 di Euro 2020, ospitando 3 gare del girone D e un quarto di finale. Nella speranza che, un giorno, l’Azerbaijan ottenga la prima, storica qualificazione…