Casteggio FBC 1898: la prima squadra di calcio in Lombardia

Football Club Casteggio, la squadra più antica in Lombardia
Foto d’epoca del Foot Ball Club Casteggio 1898 (Fonte: Casteggio FBC 1898)

Oggi torniamo ad addentrarci nella storia della nascita e della diffusione del calcio in Italia, ripercorrendo una piccola parte del complicato ma affascinante viaggio che questo gioco ha intrapreso per passare da pressoché sconosciuto a sport nazionale del Bel Paese.

Il tratto della strada del pallone che tentiamo di esplorare in questo articolo è quello che attraversa una delle regioni più importanti attualmente a livello calcistico (e non solo): la Lombardia. Ed è qui che andiamo alla riscoperta delle pietre posate dalle prime associazioni che, raccogliendo il testimone dalle sorelle piemontesi e liguri, consentirono al calcio di proseguire senza freni la propria via, fino a contagiare l’intera penisola.

Partendo dal capoluogo, la più antica società di calcio ancora esistente avente sede a Milano è il Milan, nato nel 1899. Ma il football era già approdato nella città della Madonnina l’anno precedente, con l’istituzione della sezione calcistica della “Società per l’Educazione Fisica Mediolanum”. Questa formazione partecipò ai Campionati Italiani di calcio nel 1901 e nel 1902, dove in entrambi i casi perse le partite inaugurali e venne subito eliminata. Arrivarono invece soddisfazioni dai tornei organizzati dalla Federazione Nazionale Ginnastica Italiana (F.N.G.I.), riservati alle società in cui si praticavano diverse discipline aventi una sezione calcistica, che tuttavia adottavano un regolamento diverso per alcuni aspetti rispetto a quello ufficiale e il cui livello era generalmente più basso. La S.E.F. Mediolanum vinse il campionato F.N.G.I. del 1901 e partecipò anche a quello successivo. In questa squadra militò Umberto Meazza (solo omonimo dell’ex interista Giuseppe), che farà in seguito parte della Commissione Tecnica della nazionale italiana e fonderà, essendone primo presidente, l’Associazione Italiana Arbitri nel 1911. Nel 1904, dopo una brevissima storia, verrà sciolta la sezione calcistica.

Contemporaneamente alla nascita della sezione calcistica della S.E.F. Mediolanum, in un piccolo paesino dell’Oltrepò Pavese vide la luce la prima società di calcio lombarda al di fuori di Milano. Il luogo in questione, situato pochi chilometri a sud del più grande fiume italiano, è Casteggio, comune che allora non superava i 5.000 abitanti.

Qui, nel 1898, venne fondato il Foot Ball Club Casteggio. È probabile che, alle spalle della nascita di questa squadra, vi sia il già citato Umberto Meazza, nativo proprio di Casteggio. Non a caso, l’iscrizione alla F.I.F. (antenata dell’attuale F.I.G.C) arrivò solo nel 1905, in seguito alla chiusura del Mediolanum.

Il Casteggio militò nel campionato di Seconda Categoria nel 1911-1912, al quale partecipavano le squadre di piccole realtà provinciali e le seconde squadre dei club maggiori. Esisteva anche una Terza Categoria, divisa su base regionale per limitare le spese, in cui le principali squadre italiane schieravano le giovanili per farle confrontare con formazioni provinciali o amatoriali. All’epoca però la Seconda non garantiva ai migliori l’accesso alla massima serie.

L’anno successivo venne per la prima volta attivato un sistema di promozioni e retrocessioni: la serie cadetta prese il nome di Promozione, mentre venne istituito il Campionato Riserve appositamente per le seconde squadre. Il Casteggio non era però in possesso dei requisiti per potersi iscrivere, in quanto il proprio terreno di gioco non era omologato. Ma l’accesso alla Promozione non tardò ad arrivare, tramite la vittoria del campionato: nel 1913-1914 la squadra sfiorò l’accesso alla Prima Categoria, perdendo lo spareggio contro il Veloces Biella. La successiva apparizione dei casteggiani in questo campionato, dopo lo stop obbligato dal primo conflitto mondiale, fu nella stagione 1919-1920, e sebbene non diede grandi risultati sul campo (sesti e ultimi nel girone finale lombardo), permise comunque alla squadra dell’Oltrepò di passare in Prima Categoria grazie a un ripescaggio dovuto all’allargamento del campionato 1920-1921: esso fu affollatissimo, infatti ne presero parte in tutto 88 squadre suddivise in numerosi gironi eliminatori. Per ogni regione un numero variabile di squadre si qualificava per i gironi di semifinale, le cui vincenti si affrontavano per determinare il Campione. In Lombardia erano previsti 6 gironi da 4 squadre e 4 posti per la fase successiva. Il Casteggio si classificò secondo nel proprio dietro l’Inter, perdendo di misura le sfide contro i nerazzurri.

Tuttavia, l’elevato numero di formazioni non era gradito alle grandi società, perché ciò comportava che la durata dei campionati fosse pressoché infinita: la finalissima di quell’anno si giocò il 24 luglio.

Per questo, il futuro Commissario Tecnico della nazionale Vittorio Pozzo, supportato dalle maggiori squadre, ideò una proposta per una riforma dei campionati, che prevedeva la scomparsa delle fasi regionali per il Nord, con l’istituzione di due gironi da 12 squadre ciascuno. I primi classificati si sarebbero incontrati per determinare chi avrebbe poi affrontato il vincitore della Lega Sud (il cui livello tecnico non era ancora paragonabile a quello del Nord) per il titolo di campione nazionale. Ciò comportava una riduzione delle piccole squadre settentrionali (l’anno precedente furono 64) e, evitando le eliminatorie, le grandi squadre non avrebbero più dovuto affrontare formazioni molto deboli in partite scarsamente seguite dai tifosi.

Pozzo presentò la proposta proprio il giorno della finalissima, davanti al Consiglio Federale riunito per quella occasione.

Il progetto fu bocciato, in quanto la Federazione era dominata, dato il loro elevato numero, dalle piccole società, le quali non rientravano tra le 24 che sarebbero entrate a far parte della serie principale al Nord e che si erano già accordate tra loro per stabilire chi aveva il diritto di parteciparvi. Le grandi allora uscirono in massa dalla Federazione, andando a costituire la Confederazione Calcistica Italiana (C.C.I.). Tra le squadre secessioniste erano presenti le squadre più famose, tra cui tutte quelle vincitrici di almeno uno scudetto. La C.C.I. organizzò non solo il torneo di Prima Divisione (ispirandosi alla First Division inglese) basato sul progetto Pozzo, ma anche uno di Seconda e di Terza con le altre società che, pur non essendo tra le migliori, vollero seguire i “ribelli”. La Federazione fece giocare il campionato di Prima Categoria con le squadre rimaste, anche se il livello era fortemente calato.

Consultando l’albo d’oro del campionato italiano di calcio si nota che la stagione di cui abbiamo appena parlato, quella del 1921-1922, è l’unica in cui sono riconosciuti a tutti gli effetti due diverse squadre campioni d’Italia: nella Prima Divisione C.C.I. vinse la Pro Vercelli mentre nella campionato federale di Prima Categoria a trionfare fu la sorprendente Novese, grazie però all’assenza di tutte le squadre blasonate. In questo torneo trovò posto anche il Casteggio, che giunse ultimo nel proprio girone eliminatorio lombardo e venne retrocesso. Nel frattempo avvenne una riconciliazione tra le due associazioni, necessaria per avere un campionato che esprimesse il meglio del calcio italiano. Ciò avvenne con la mediazione del direttore dell’epoca della Gazzetta dello Sport, Emilio Colombo. La stagione successiva si giocò un unico campionato che includeva le migliori dei due tornei dell’anno precedente più altre determinate da spareggi. Provvisoriamente il numero di squadre era stato fissato a 36, ma era destinato a scendere a 24 già dall’anno successivo (stiamo considerando quelle settentrionali, per il meridione rimanevano intatti i gironi regionali). Il Casteggio militò in seconda divisione, ma ancora una volta venne retrocesso classificandosi penultimo nel proprio girone, e scomparendo definitivamente dalla cartina della serie cadetta.

Dopo aver disputato qualche campionato di terzo livello, per il resto della sua storia ha navigato nei campionati dilettantistici e regionali. L’ultima, grande perla è la vittoria della Coppa Italia Dilettanti, ottenuta nella prestigiosa cornice di San Siro nel 1977 (2-0 sulla Sangiuseppese). Dal 2001 al 2009 la squadra si è fusa con una società di un paese vicino, Broni, denominandosi F.B.C. Casteggio Broni, fino alla fusione con lo Stradellina che diede vita all’Oltrepò, oggi Oltrepò Voghera in seguito ad un nuovo accorpamento con la società di quest’ultima città, e militante in D.

Proprio nel 2009 i gialloblù ripresero la propria scalata dal gradino più basso della gerarchia dei campionati, la Terza Categoria. Dopo due promozioni, nel 2011 e nel 2013, attualmente gioca in Prima Categoria lombarda, girone M. E, a cinque giornate dal termine, la squadra è in testa alla classifica, con un solo punto di vantaggio sull’Assago, secondo, e ben dieci sul Vistarino, terzo.

Se analizziamo la storia recente del Casteggio, questa è assimilabile alle vicende di centinaia, migliaia di squadre in Italia. Ma ben poche possono vantare ciò di cui può andare fiero il sodalizio pavese: non solo l’aver partecipato ad alcuni campionati di primo livello, ma anche aver gettato le basi per un tratto importante della strada del calcio, quando quasi nessuno sapeva ancora cosa fosse.

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