Lo stadio “Casal del Marmo”, impianto casalingo dell’Astrea Calcio (fonte: vignaclarablog.it)
In Italia molti sportivi di alto livello, che praticano discipline come l’atletica e la scherma, fanno parte delle forze dell’ordine o dei corpi militari dello stato, che consentono loro di dedicarsi agli allenamenti necessari per poter competere a livello internazionale garantendogli uno stipendio. Possiamo citare a titolo d’esempio le Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato, del quale fa parte un’atleta del calibro di Valentina Vezzali, portabandiera alle ultime Olimpiadi di Londra, mentre le Fiamme Gialle appartengono alla Guardia di Finanza.
Per quanto riguarda il calcio, la grande popolarità di questo sport fa in modo che un gran numero di atleti
possa ricevere uno stipendio direttamente dalla propria società, costituita da privati, che li paga in cambio delle loro prestazioni sportive.
Ma questo non ha impedito alla Polizia Penitenziaria di fondare una propria selezione di calciatori, con sede a Roma, che partecipa da quasi 70 anni ai campionati federali. La squadra, al momento della fondazione, era costituita da agenti che coltivavano la passione per il football e si allenavano al termine del servizio nel corpo di Polizia, giocando le proprie partite casalinghe al Centro Sportivo di Casal del Marmo a Roma. La nascita di questa società, denominata Unione Sportiva Astrea, risale al 1948. L’anno successivo iniziarono la loro avventura iscrivendosi alla Seconda Divisione Laziale, ottenendo subito la vittoria del campionato e la promozione alla serie superiore. Per una ventina d’anni navigarono nei campionati regionali del Lazio, finché, nella stagione 1972-1973, riuscirono a conquistare l’accesso alla serie D. Pochi anni prima l’Astrea aveva affrontato in amichevole niente di meno che la nazionale italiana.
La permanenza in serie D durò solo lo spazio di una stagione, e l’Astrea dovette aspettare il 1986 per tornare a quei livelli. Non si accontentò, però, di stabilirsi in quella categoria: infatti tre anni dopo vinse il campionato e acquisì il diritto di partecipare alla serie C2, l’ultima tra le leghe professionistiche.
Proprio il fatto che quel campionato non fosse più dilettantistico creò non pochi problemi alla società, in quanto i
giocatori, facendo parte del Corpo degli Agenti di Custodia, non potevano stipulare un altro contratto di lavoro come calciatori. Come riporta il sito della società, questa difficoltà fu superata grazie all’intervento del Parlamento, che permise loro di mantenere lo status dilettantistico e di poter quindi partecipare al campionato. Dopo 6 stagioni disputate in C2, i poliziotti furono retrocessi in serie D. Ma questo “purgatorio” durò solamente un anno: l’Astrea vinse il campionato, arrivò seconda nella “Poule Scudetto” che determinava a chi spettasse il titolo di campione d’Italia dilettanti, ma soprattutto si aggiudicò la Coppa Italia Dilettanti, disputando la finale allo Stadio Olimpico di Roma. Dopo altri due anni in C2, tornarono in serie D dove sono rimasti fino a quest’anno. Purtroppo il campionato in corso li vede relegati all’ultimo posto e matematicamente già retrocessi in Eccellenza.
Questa squadra ha attirato su di sé anche alcune polemiche, qualche anno fa. La trasmissione televisiva Le Iene mandò in onda un servizio in cui l’opinione pubblica, con a capo le società facenti parte dello stesso campionato, criticavano il fatto che la squadra fosse mantenuta da soldi pubblici.
Inoltre emerse che venivano organizzati dei concorsi indirizzati alla ricerca e all’assunzione a tempo indeterminato di calciatori nel corpo di Polizia. Le persone che superavano questa selezione, in cui ad esempio essere stati calciatori in serie C dava molta più possibilità di successo che possedere una laurea, sarebbero state automaticamente reindirizzate all’unico compito di partecipare agli allenamenti e alle partite quale attività lavorativa. Al termine della carriera calcistica, inoltre, avrebbero avuto un posto garantito all’interno degli uffici della Polizia.
Il servizio faceva notare come la squadra non disponesse di alcuno sponsor, segno che almeno una parte (non desumibile) dei costi del mantenimento della squadra sono coperti dallo Stato. Bisogna precisare, comunque, che questo tipo di reclutamento venne utilizzato in sole due occasioni, nel 2011 e nel 2012. Attualmente, comunque, l’Astrea può contare di un proprio settore giovanile, nato nel 2010, che può essere una buona fucina di talenti per rinnovare la prima squadra in futuro.
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