5 Febbraio 1950: Juventus-Milan 1-7 nella prima partita in diretta TV

Juve-Milan 1-7 1950
Juventus-Milan 1-7 1950
Un gol di Nordhal in Juventus-Milan 1-7 (1950) – Fonte: Repubblica.it

Juventus-Milan 1-7, la miglior vittoria rossonera a Torino, coincise anche con la prima partita trasmessa in televisione.

Era il 5 febbraio 1950 e in un Comunale stracolmo e in trepidante attesa di football e spettacolo, in modo da mitigare un poco le ferite ancora fresche della Seconda Guerra Mondiale, andava in scena Juventus-Milan.

Siamo nel 1950 ma la sfida tra le due formazioni è già considerata una grande classica del calcio italiano italiana. Anche per questo, probabilmente, venne scelta per essere la prima partita tramessa in diretta televisiva.

Le prime trasmissione televisive e Juventus-Milan

Nel settembre del 1949, in via sperimentale, erano cominciate le prime trasmissioni televisive, sebbene soltanto il 3 gennaio 1954 si avrà il debutto della “Domenica Sportiva” come primo programma del primo canale Rai. E sempre in quell’anno, verranno trasmessi i Mondiali in Svezia. I tifosi avranno così modo di conoscere un ragazzino brasiliano di 17 anni che diventerà forse il più grande di tutti: Pelé. 

Ma torniamo indietro di qualche passo, torniamo a Torino. Carlo Bacarelli, scomparso nel 2010, è il pionieristico telecronista di Juventus-Milan, che relativamente ai primi programmi televisivi racconta:

“C’era il problema tecnico di prolungare i cavi. Facemmo due esperimenti: la sfilata di Carnevale in piazza Madama con le telecamere montate in alto sulle scale dei pompieri in modo da inquadrare via Po; la ripresa di Juventus-Milan, partita che si giocò in un pomeriggio di nebbia: vedevo figure vaghe, allora commentai guardando il monitor e mi accorsi che l’occhio elettronico è più sensibile di quello umano“.

Il Milan degli svedesi: Gren, Nordhal e Liedholm

Nel 1950, sia i bianconeri che i rossoneri vengono da una lunga astinenza di vittorie. Alla Juventus lo scudetto manca dalla cinquina 1930-35, al Milan addirittura dal 1907 quando nel club scorrazzava ancora il fondatore di Nottingham, Herbert Kilpin. Praticamente una vita..

A Milano però, nel frattempo, sono sbarcati gli svedesi che insieme agli olandesi e ai brasiliani di tanti decenni dopo, costituiranno una “hall of fame niente male”. Gren, il professore, Nordhal, il pompiere, Liedholm, il barone, ovvero potenza, classe e fantasia al potere. E nel pomeriggio torinese, gli svedesi si scatenano tutti.

Parlavamo di diretta televisiva, è vero, ma i ripetitori erano installati solamente a Torino e così gli abitanti della città sono gli unici spettatori televisivi dell’evento. Cose che accadono agli albori di ogni tecnologia e invenzione.

La gara inizia in modo inaspettato, per quelli come noi che conoscono già il risultato finale. La Juventus, infatti, che schiera la bandiera Boniperti, i padre del telecronista Sandro Piccinini e quel Carlo Parola che diede la copertina all’album dei calciatori con una sua proverbiale rovesciata, passa in vantaggio con Hansen.

Va da sè, per noi che conosciamo il finale, che dopo quella rete arrivi la valanga milanista. Tripletta di Nordhal, reti di Gren e Liedholm e a chiudere Burini e Candiani per il definitivo 7-1. Parola finisce negli spogliatoi prima del tempo, espulso dall’arbitro Galeati, perchè non riuscendo più a contenere Nordhal finì con lo sferrargli un calcione.

Milan scatenato: dal 7-1 di Torino al 7-1 di San Siro

“Milan diavolissimo” titola Il Calcio Illustrato dopo la vittoria contro la Juventus. Mentre l’attacco di Ciro Verratti sul ‘Corriere della Sera’ non lascia spazio a interpretazioni:

“Marmo o bronzo non importa, ma qui ci vuole una lapide. Non per seppellire la Juventus, che siamo sicuri risorgerà, ma perché non si cancelli più il ricordo di questa memoranda partita”.

E poi, con l’italiano ricercato e forbito che un tempo segnava lo stile anche degli articoli sportivi, Verratti continua:

“Non possiamo dire se fosse più grande il tripudio dei vincitori o la delusione dei battuti: è certo che quelli della Juventus più che delusi sembravano impietriti. Si era sognata, si era sperata questa vittoria, ma nessuno, proprio nessuno, nemmeno il più fantasioso o il più fanatico dei rossoneri, avrebbe avuto l’ardire o l’incoscienza di pronosticare un punteggio di questo calibro”.

La domenica successiva, il 12 febbraio, i rossoneri concedono addirittura la replica: altro 7-1 alla Pro Patria, questa volta a San Siro. Gli svedesi sono ancora protagonisti: doppietta di Nordhal, doppietta di Gren e un gol di Liedholm. Al termine di quel campionato il Milan avrà messo insieme la bellezza di 118 reti.

Ma quanto appena raccontato non basterà ai rossoneri per tornare a festeggiare lo Scudetto. Infatti, altro scherzo del pallone, il titolo lo vincerà proprio la Juventus che dai rossoneri in quell’anno subì la peggiore delle sconfitte.

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