Cosa dovremmo imparare (tutti) dal calcio femminile

Enrica neutralizza sull'attaccante dell'Empoli Ladies Calcio
Uno scatto di Imolese – Empoli Ladies, la partita della quale parleremo nell’articolo

Il ritrovo, un’ora e mezza prima del fischio d’inizio, dà un’idea di spensieratezza. I giocatori si ritrovano direttamente al campo, chiacchierano per qualche minuto mentre tastano il terreno di gioco, poi al richiamo dell’allenatore rientrano negli spogliatoi per cambiarsi. Tutti pronti, ci si prepara al riscaldamento, e riecheggia solo il rumore dei tacchetti sull’asfalto, nel tragitto che porta al campo. Soliti esercizi di mobilità, il capitano sprona i compagni, ogni punto è fondamentale per raggiungere in anticipo la salvezza. Poi di nuovo negli spogliatoi, si indossa la divisa di gara, l’ultimo urlo e… inizia la partita!

Chiunque abbia giocato a calcio, riconoscerà nella descrizione precedente i momenti che anticipano un qualsiasi match di campionato dilettantistico.

E, anche in questo caso, non usciamo dai suddetti parametri. In gioco, però, c’è una partita di serie B, e di fronte una squadra che, in caso di vittoria, rientrerebbe nel novero delle candidate alla promozione nella massima serie.

Le protagoniste della storia odierna si chiamano Enrica, Alice, Flavia, Chiara, Claudia, Elisa, Parvin, Giulia, Silvia, Roberta, Giorgia, Costanza, di nuovo Alice, Asia e Rosalia. Arrivano al campo con mezzi propri, provvedendo autonomamente all’organizzazione del pre-ritrovo, dati gli ampi margini di autonomia lasciati dalla società sia al fine di responsabilizzarle, sia per permettere loro di avere maggior tempo libero da trascorrere insieme alle famiglie.

Sono le ragazze dell’Imolese Femminile, e l’avversaria che incontrano è il Castelfranco, squadra proveniente dalla provincia di Pisa, seconda in classifica.

La cornice dell’incontro è il massimo impianto cittadino imolese, lo stadio Romeo Galli, teatro, appena una settimana prima, della partita maschile di Serie D tra Imolese e Parma, seguita dalle telecamere di Sky e da un folto pubblico. Questa volta, invece, gli spettatori ad onor del vero sono molto pochi, e perlopiù familiari delle giocatrici, e l’unica videocamera che riprende la gara, per fini personali, è quella della presidentessa Milena Gandolfi.

È proprio lei, insieme al responsabile tecnico Ademaro Mosconi, ad accoglierci per vivere questa giornata di calcio, dandoci la possibilità di passarla a stretto contatto con le calciatrici. Poco prima del riscaldamento, ci permette di entrare nello spogliatoio per conoscerle. C’è chi prepara gli ultimi dettagli estetici prima del calcio di inizio, chi sta sciogliendo i muscoli delle gambe sotto le mani della massaggiatrice, chi è seduto al suo posto in piena concentrazione pregara. Tutto come nel calcio maschile, direte. E invece no.

A compilare gli ultimi dettagli della distinta, non è un dirigente, ma direttamente un’atleta, che passa da ogni compagna per chiedere il numero di maglia indossato, per poi segnarlo nell’apposita casella. Nel frattempo, Rosalia prepara la macchina fotografica, per scattare qualche foto dalla panchina. Già, non ci sono i fotografi. O meglio, il Castelfranco ha un dirigente che provvede ad immortalare le azioni di gioco, mentre sulla sponda imolese ci pensa una ragazza della panchina.

Fuori dallo spogliatoio, mister Enrico è teso come una corda di violino. Ha già allenato diverse volte la squadra Primavera, ma oggi è alla prima con le grandi.

Che poi dire grandi è esagerato: l’età media delle 16 giocatrici a referto supera di poco i 22 anni…

In settimana, mister Mauro Morotti, per motivi di salute, ha presentato le dimissioni, ma è comunque presente sugli spalti a sostenere quelle che, comunque, definisce le sue ragazze. E così Enrico, nel finale di stagione, si ritrova catapultato ad allenare la prima squadra, ad appena 23 anni. Ma, come vedremo, lo farà con una freddezza disarmante.

Arriva il momento del calcio d’inizio, le due squadre si schierano in campo. Anche noi, come loro, ci suddividiamo i compiti: Claudio si occupa della parte tecnico-tattica del match a bordo campo, Matteo, a pochi passi da lui, dell’aspetto emozionale delle panchine, mentre Yuri si siede sugli spalti, di fianco allo staff dirigenziale.

Nonostante Imola sia attanagliata da un caldo afoso, quasi insolito nel mese di Aprile, nei primi 10 minuti di gara le due squadre mostrano non solo un ottimo tasso tecnico, ma anche buone condizioni atletiche. Bisognerà attendere l’undicesimo minuto per vedere la prima occasione, con il tiro di Giorgia parato dal portiere avversario.

Dall’altra parte del campo, Enrica comanda a bacchetta la linea difensiva, specialmente richiamando all’attenzione i due terzini e i due esterni di centrocampo. Nella concitazione del campo, qualche compagna sbuffa, di fronte ai continui ordini, ma sa che il portiere ha la visuale migliore del campo dalla sua postazione, ed esegue. Tutti i varchi sono chiusi, e l’unica occasione prodotta dalle avversarie è un tiro centrale senza troppe pretese.

Finalmente, al 21′, arriva la gioia del vantaggio, quasi inaspettato alla vigilia, data la difesa impermeabile delle rivali (appena 8 reti subite in tutto il campionato). Giorgia lancia Elisa sulla fascia, scatto in area palla al piede e destro preciso ad incrociare che non lascia scampo al portiere. GOL!

Elisa non ha neanche le forze per esultare. Si distende per terra, e in pochi secondi è travolta dalle compagne. Piccolo particolare: a 17 anni, è la più giovane in campo tra le titolari. Quando si dice che l’età è solo un numero nei momenti che contano…

Nei minuti successivi, le alte temperature atmosferiche iniziano a causare i primi effetti. Le squadre si allungano, e spesso e volentieri le difese sono costrette ad allontanare il pallone in avanti senza troppi fronzoli. E quando la sfera oltrepassa la linea laterale, andando anche oltre la pista d’atletica, a recuperarlo sono le stesse giocatrici. Altro che raccattapalle…

Al 36′ l’Imolese sfiora il raddoppio: il tiro di Parvin viene deviato sulla traversa dal portiere, e sul proseguire dell’azione Silvia cerca il gol da antologia, con un tiro a giro dalla sinistra: i sogni di gloria si infrangono sul palo.

Arriva il momento di segnalare il recupero, e a prodigarsi nella segnalazione sono le stesse giocatrici. Avendo dimenticato la lavagnetta negli spogliatoi, Rosalia si prodiga in uno scatto per raggiungere gli spogliatoi e prenderla.

Ricordiamo: stiamo parlando di Serie B…

Nella pausa tra il primo e il secondo tempo, sostiamo nella zona antistante gli spogliatoi in compagnia di Milena. Dopo qualche minuto, arriva anche il medico sociale Carlotta.

“Milena, c’è Giulia che poco fa ha preso una botta alla mano”, dice. “Io le ho fatto una fasciatura stretta, ma secondo me c’è qualcosa di rotto, al tatto si sente che qualcosa è fuori posto. Lei, però, vuole giocare a tutti i costi”.

Facciamo un piccolo flashforward a fine gara: Giulia ha giocato tutto il secondo tempo con una frattura scomposta del metacarpo, diagnosticata in ospedale. Eppure, anche quando molti si sarebbero arresi, ha lottato fino all’ultimo pallone. Sesso debole a chi?

Se le giocatrici in campo resistono al caldo, Claudio con la scusa di voler osservare meglio dagli spalti la gara si gode una ventina di minuti di ombra sotto la copertura della tribuna centrale, mentre Matteo rimane fisso al suo posto a bordo campo. In questo frangente, pochissime occasioni, tutte di marca ospite, ma scarsamente pericolose.

È la classica quiete prima della tempesta: da qui in poi, diventerà un Enrica contro tutti.

Due ottime parate in uscita, prima della rete del pari al 71′, su un perfetto taglio centrale di una centrocampista che taglia in due la difesa. 1-1 e tutto da rifare.

Al 77′, una stremata Silvia lascia il posto ad Alice, che con la sua velocità e freschezza mette a soqquadro la difesa avversaria. In un’azione di pressione offensiva, costringe la centrale difensiva avversaria a difendere nei pressi della bandierina, ma quest’ultima con esperienza si conquista un fallo. Qualcosa, però, non va, nella caduta il ginocchio ha subito una torsione innaturale. Si spinge anche in avanti, nel seguente calcio di punizione, per cercare la spizzata vincente, ma cade nuovamente, in lacrime, ed è costretta ad abbandonare il campo senza essere sostituita, dato l’esaurimento dei cambi. Sapremo, a fine partita, che si è rotta il crociato. Una partita, due infortuni. Forse non portiamo troppa fortuna…

Le due squadre, adesso, sono più che sfilacciate. Nonostante l’inferiorità numerica, il Castelfranco spinge in avanti. Parvin esce, e al suo posto tocca a Rosalia, che lascia la macchina fotografica alle compagne ed entra in campo. A 16 anni, per gli ultimi minuti di gara le chiavi del centrocampo sono in suo possesso. Pochi minuti dopo, spazio anche alla giovanissima Asia (17 anni) per l’eroina del giorno, Elisa, al fine di aumentare il potenziale dell’attacco.

L’atteggiamento ultraoffensivo del Castelfranco lascia ampie praterie per il contropiede. Su una di queste, Alice si lancia in velocità costringendo il difensore al fallo da ultimo uomo. Rosso, Castelfranco in 9. Ed eppure vicinissimo al raddoppio due minuti dopo, allo scoccare del 90′. Cross dalla destra, la numero 25 stacca imperiosamente di testa e manda verso l’angolo basso più lontano.

Fiato sospeso per tutti.

La palla sembra destinata in rete, ma Enrica si allunga all’inverosimile e smanaccia in corner. La panchina imolese esplode in un urlo liberatorio, quella ospite si mette le mani tra i capelli. Nella concitazione dei minuti finali, addirittura la portiere ospite si lancia verso l’area, ma la frettolosa battuta del corner rischia di creare un patatrac: al 92′, però, la freddezza del contropiede è latente, e con un prodigioso recupero lo stesso estremo difensore riesce a recuperare palla.

Al fischio finale, i sentimenti sono contrapposti. Gioia per le locali, che si avvicinano sempre di più all’obiettivo salvezza, tra le ospiti ben più di una giocatrice si lascia scappare qualche lacrima di rabbia: la vittoria del Cuneo spinge la squadra a 3 punti dal primo posto, e la promozione diretta, in vista del rush finale, si allontana.

Abbandoniamo il campo, consapevoli di aver appena assistito ad uno spettacolo che meriterebbe se non altro maggior considerazione, anche alla luce del fatto che i palcoscenici calcati dalla squadra sono di primaria importanza. Alle spalle di questa partita, ci sono gli sforzi delle giocatrici, gran parte delle quali è costretta anche ad un’ora di viaggio per potersi allenare. Ci sono gli sforzi dei genitori, specie delle minorenni, che si prodigano in lunghi viaggi per sostenere la passione delle figlie. Ma soprattutto, quelli di una società che, tra mille difficoltà, è anche riuscita ad allestire un settore giovanile con personale altamente qualificato, che se per le categorie dei più piccoli è costretta a disputare i campionati maschili, giocando con formazioni miste tra ragazzi e ragazze, senza l’assillo del risultato (tanto che, nei primi anni di scuola calcio, la politica societaria ha come obiettivo la crescita totale della persona, anche tramite la pratica di sport diversi dal calcio, nonché passando delle giornate all’aria aperta a stretto contatto con la natura), nella categoria Primavera gioca in competizioni appositamente create per le donne ed è in grado di lottare alla pari anche contro le corazzate regionali.

E che, nonostante tutto, continua imperterrita a perseguire la propria finalità: quella di far scoprire il calcio femminile alla città di Imola, mettendo in mostra i frutti del proprio lavoro.

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