

Corre la stagione 1991/92. Siamo agli albori del futsal italiano, con il campionato di Serie A giunto appena alla sua terza edizione, nona complessiva se consideriamo anche le stagioni comprese tra il 1984 e il 1989, giocate a carattere quasi amatoriale.
All’epoca, vigeva una vera e propria istituzione nel calcio a 5: la città di Roma e circondario. Infatti, il titolo di campione d’Italia rimase sempre entro tali confini, uscendovi soltanto una stagione, quella del 1986, quando a vincere fu l’Ortana, squadra della città di Orte, a circa 60 km dalla Capitale. E sarà così fino al 1999, con lo scettro che passerà nelle mani del Torino. Ai successi di Genzano e Roma RCB, avvenuti nel 2000 e nel 2001, seguirà un’autentica maledizione: nessun’altra squadra laziale è stata in grado di vincere uno scudetto fino ad oggi.
Ma torniamo all’estate 1991: a Roma c’è un grande fermento in vista dell’inizio del nuovo campionato. Ben 10 delle 18 squadre iscritte alla Serie A provengono dall’Urbe, e almeno cinque di esse puntano a vincere il titolo. Su tutte, la Roma RCB, campionessa in carica per quattro volte di fila, il Torrino allenato da un giovanissimo Nuccorini e con in campo Menichelli, attuale ct italiano, Ericsson e Geas Roma ma, soprattutto, il Gruppo Sportivo BNL.
Proprio questi ultimi non nascondono di avere grandissime intenzioni: la sponsorizzazione della Banca Nazionale del Lavoro, d’altronde, parla da sé. E si capisce la serietà dei proclami quando, come un fulmine a ciel sereno, la squadra ingaggia un giocatore della Serie B. Di calcio.
L’approdo di Stefano Colantuono all’emergente società romana non può non accendere i riflettori sulla stessa BNL, oltre che sull’intera disciplina.
“Allora”, racconta l’ex tecnico di Atalanta, Palermo ed Udinese, “non esisteva un vero e proprio svincolo che permettesse, anche alla scadenza del contratto, di liberarsi dalla società in cui si militava. Così, dopo non aver raggiunto un accordo per la rescissione con l’Ascoli e di fronte alla prospettiva di restare fermo per un’intera stagione, decisi di accettare l’offerta di un mio amico, allora dirigente della squadra, per far parte della BNL.”
Era un calcio a 5 sicuramente diverso rispetto a quello attuale, a partire dal pallone, non ancora a rimbalzo controllato, con una pressione offensiva praticamente costante e, soprattutto, senza l’obbligo di giocare nelle palestre, con la presenza di numerosi campi all’aperto. Il gioco, inoltre, era molto meno fisico e con il divieto assoluto di effettuare scivolate.
“Per chi, come me, era abituato a giocare a calcio da difensore centrale, la fase di transizione non fu facilissima”, ricorda Colantuono, “ma fu comunque un’esperienza interessantissima, da vero e proprio comprimario, in quanto i trascinatori erano Famà, Boncori, Fasciano, più forti ed abituati di me”.
La BNL rispettò ogni pronostico, vincendo la regular season davanti a Ericsson Roma, Geas Roma e Torrino. Destò invece scalpore la prematura eliminazione della RCB, giunta quinta in classifica ed esclusa dalla fase finale, allora in sede unica e concentrata in una settimana.
Così, dal 14 al 21 Giugno del 1992, ai blocchi di partenza del Foro Italico di Roma si presentarono le prime quattro classificate del massimo campionato, Fiumicino e Pescara, in testa alla Serie B. Le sei squadre furono suddivise in due triangolari, vinti rispettivamente dalle favorite Ericsson e BNL. L’atto finale, al meglio delle tre gare, vide primeggiare Colantuono e compagni, al termine di una disputa conclusasi per ben due volte ai calci di rigore e una ai supplementari.
“Fu una vera e propria maratona, e ciò rese maggiormente gratificante il successo ottenuto. Peraltro, fu il primo scudetto per la società, replicato negli anni successivi anche senza di me. A fine stagione, infatti, si presento la possibilità di andare a giocare al Frosinone, in Interregionale, ed abbandonai il calcio a 5.
Confesso che oggi non seguo con assiduità il futsal, uno sport completamente diverso da quello di allora, sicuramente meno professionale. I punti di contatto con il calcio, come dimostrato in numerosi frangenti, sono tanti, ma la differenza è per certi versi abissale: oggi, difficilmente un calciatore abituato a giocare ad 11 farebbe da subito la differenza a 5 e viceversa, perché la filosofia di gioco è quasi agli antipodi. Il lancio lungo, il cross, sono praticamente inesistenti nel futsal, così come nel calcio raramente è richiesto all’attaccante uno sforzo difensivo così intenso. Se tornerei al calcio a 5? Diciamo che sto bene così (ride, ndr)”.
Nonostante l’addio di Colantuono, per la BNL si aprirà una serie di finali scudetto tuttora da record: per ben 8 volte consecutive i banchieri giunsero all’atto conclusivo, ottenendo quattro scudetti e una European Champions Tournament, antenata della UEFA Futsal Cup.