

La Liberia: un paese calcisticamente povero, nel cui firmamento brilla ancora la stella di George Weah, recentemente eletto presidente dello stato subsahariano, e fortemente incentrato sulla sua capitale, Monrovia. Ma nel 2015, fu il Nimba United, squadra della montagna, a scombussolare tutti i piani…
George Weah, l’idolo di un popolo
Il calcio liberiano ha vissuto diversi anni di oblio, all’interno dello scenario internazionale. Nessuna qualificazione ai Campionati del Mondo, nessun traguardo di rilievo raggiunto in campo continentale dai clubs del piccolo paese africano, ma soprattutto nessun calciatore a varcare, per anni, le porte del Vecchio Continente. Scarsissimi i legami con l’Europa, soprattutto per la particolare storia della Liberia, unico territorio subsahariano a non essere mai stato oggetto di colonizzazione.
Il talento, tuttavia, a volte non conosce nazionalità, né tanto meno ceto sociale. Nella baraccopoli di Clara Town, sobborgo della città di Monrovia conosciuto per la grande povertà (gran parte delle case sono costruite sopra una palude), nasce, nel 1966, il primo calciatore non europeo che, 29 anni dopo, sarà il primo a vincere il Pallone d’Oro, massimo riconoscimento individuale per chi gioca a calcio.
George Weah, a mio giudizio, è il miglior giocatore africano di tutti i tempi: rapido, fisicamente prorompente, un’iradiddio. L’unica prima punta a lui paragonabile, nel continente nero, è Didier Drogba: medesimo istinto realizzativo e vero e proprio simbolo, insieme ai fratelli Tourè, degli elefanti ivoriani. Ma, scomodando Federico Buffa, uno dei miei idoli in tema di narrazione sportiva, questa è un’altra storia…
Un calcio Monrovia-centrico
Prima di raggiungere la Francia, da dove, guidato dal demiurgo Arsène Wenger, ha spiccato il volo verso i grandi trionfi europei, Weah è stato protagonista nel campionato del suo paese. In seguito all’attività giovanile nella sua Clara Town, a 19 anni esplode con la maglia del Mighty Barrolle, segnando 7 reti in 10 partite di campionato.
Ma l’anno successivo, il giovane George si supererà: trasferitosi all’Invincible Eleven, siglerà 24 goal in 23 gare, richiamando a sé gli occhi del Tonnerre Yaoundé, club del massimo campionato camerunense, con il quale avrà il primo approccio al professionismo.
Torniamo ai due primi club della carriera liberiana di Weah: il Mighty Barrolle e l’Invincible Eleven sono due storici club di Monrovia, che hanno vinto 26 dei 42 campionati disputati dal 1959 al 2016, in un regime di discontinuità dettato dalla guerra civile. Non solo, sui 16 campionati rimanenti, 15 sono stati vinti da squadre della capitale, che ha detenuto, con i suoi diversi clubs, l’egemonia degli scudetti fino al 2014.
Tutti, tranne uno.
Nimba United, il miracolo dei montanari
Nell’attuale LFA-CellCom First Division, campionato di serie A liberiana, 8 club su 10 provengono da Monrovia, soltanto due da fuori, anche a causa delle pochissime strade di collegamento interne nella nazione.
Percorrendo in direzione nord-est, verso Guinea e Costa D’Avorio, la Monrovia-Kakata Highway (che di highway, ovvero autostrada, ha ben poco, dati i frequenti tratti sterrati e l’attraversamento di numerosi villaggi), troviamo i Mighty Dragons di Gbarnga, secondo centro urbano della nazione sito a più di 300 chilometri da Monrovia.
E, percorrendone ancora un altro centinaio verso le montagne del Nimba, contea più vasta tra le 15 dello stato, ecco il Nimba United di Sanniquellie, città capoluogo di appena 11 mila anime.
Saranno proprio questi ultimi a spezzare, nel 2015, l’ininterrotta serie di vittorie della capital city. Si tratta di un vero e proprio miracolo per i Mountaineers, cioè i montanari, soprannome della squadra (Sanniquellie, infatti, si trova a più di 700 metri sul livello del mare), nati nel 2010, facenti parte della federazione liberiana a partire dal 2011 e promossi per la prima volta nella massima serie nel 2014.
Il 2015, l’anno del miracolo
Dunque, è bastata una sola, tribolatissima, stagione per vincere il titolo. Infatti, il Nimba, a causa delle avverse condizioni del sistema di trasporti locali, è stato costretto a giocare lontano da casa, dividendosi tra l’ “Antoinette Tubman Stadium” di Monrovia e il “Nancy B.Doe Sports Stadium” di Kakata.
Ciò nonostante, sospinti dal promettente attaccante nigeriano (classe 95′) Adetu Evanonye, capocannoniere della squadra, i biancorossi hanno vinto il Girone A (nell’occasione, il campionato è stato suddiviso in due gironi da sei squadre ciascuno). Poi, nella finalissima contro i vincitori del gruppo B, il LISCR FC, giocatasi il 27 Settembre 2015 a Monrovia, l’hanno spuntata ai calci di rigore per 4-2, dopo lo 0-0 ai tempi regolamentari, garantendosi il diritto di partecipare alla Champions League Africana.
La prima Champions League e il campionato successivo
Nella stagione 2016, con il cambio del format (girone unico da 10 squadre, a causa della mancata iscrizione della storica Invicible Eleven e dell’NPA Anchor), il Nimba United ha stabilito anche una nuova e stabile sede di gioco. Il campo di casa, nonché la sede societaria, è stata spostata presso il NorthStar Sports Stadium di Mount Barclay, stadio con appena 1000 posti per gli spettatori sito a 20 chilometri da Monrovia.
L’impresa, però, non si è ripetuta. Complice un inizio ad handicap, con appena sei punti nelle prime cinque gare, il Nimba è stato costretto ad inseguire per tutta la stagione il Barrack Young, vincitrice finale.
In campo continentale, invece, la squadra è stata eliminata dal ben più quotato Union Douala, squadra del Camerun, al Primo Turno. Dopo il ko interno per 3-1 all’Antoinette Tubman Stadium (unico stadio nazionale utilizzabile in Champions), con la rete della bandiera del solito Evanonye dopo il triplo vantaggio ospite, è giunta la sconfitta per 1-0 fuori casa.