

La paradossale storia di Mauricio Baldivieso, il giocatore più giovane ad aver mai esordito in un massimo campionato nazionale tra le confederazioni affiliate alla FIFA. Il calciatore boliviano, infatti, fu lanciato ad appena 12 anni dal suo allenatore. Ossia, suo padre: l’ex nazionale Julio César Baldivieso…
Karamoko Dembélé, un tredicenne in campo
A inizio ottobre del 2016 gli occhi di mezza Europa, e in particolare quelli dei top club, si concentrarono su quanto accaduto al Cappielow Park. Il piccolo stadio di proprietà del club scozzese del Greenock Morton, occasionalmente utilizzato dalla selezione under 20 del glorioso Celtic Football Club, fu teatro di un evento storico. Al minuto 81 della partita tra i biancoverdi di Glasgow e gli Hearts, infatti, entrò in campo un ragazzino che, messo a confronto con gli altri 21 giocatori in campo, diede l’apparenza di essere completamente fuori contesto, inadeguato per la categoria. Apparentemente, poco più di un bambino. Karamoko Dembélé, infatti, aveva appena 13 anni. Il calciatore, infatti, è nato a Londra il 25 Luglio del 2003, da genitori ivoriani emigrati nel Regno Unito.
L’esordio del giovanissimo calciatore, come prevedibile, ha scatenato le reazioni di tifosi ed esperti. Da una parte il fronte di quanti hanno elogiato il Celtic per aver dimostrato di non aver paura nel lanciare i giovani meritevoli. Dall’altro, invece, gli indignati, quanti ritenevano che il tredicenne fosse stato messo troppo presto sotto le luci della ribalta. Un atteggiamento nocivo per la crescita umana e calcistica del ragazzo, esplosa al di fuori dai tempi tradizionali.
Bisogna ricordare, comunque, che l’esordio di Dembélé è avvenuto in una partita valevole per un campionato giovanile. Va sottolineato, inoltre, che la società scozzese – da sempre all’avanguardia in tema di young players – premiò il giocatore per il buon atteggiamento mostrato nel vivaio dei Bhoys lasciandolo in campo solo per pochissimi minuti. Il giocatore, peraltro, tornò a giocare con i più piccoli sin dalla partita successiva.
La Paz – Aurora, Baldivieso in campo
La stessa accuratezza, probabilmente, non fu usata il 19 Luglio del 2009 in Bolivia, nella città di La Paz. Lo stadio Hernando Siles, celebre per le imprese sportive della Bolivia – con risultati ridondanti dovuti anche e soprattutto ai quasi 4.000 metri di altitudine e alla maggiore rarefazione dell’area – divenne teatro di un colpo di scena diverso da quelli della Nazionale. In questo caso non fu il fiatone dei giocatori avversari, a fronte della corsa galoppante dei boliviani, a destare stupore, ma una sostituzione inverosimile.
La prima giornata del campionato boliviano di Clausura vide di fronte il La Paz e l’Aurora. Quest’ultima squadra era allenata da Julio César Baldivieso, uno degli sportivi più rappresentativi del paese. Da calciatore, Baldivieso totalizzò ben 85 presenze in Nazionale e giocò i Mondiali del 1994, per i quali la Bolivia ottenne una miracolosa qualificazione, partecipando alla fase finale di un campionato del mondo 44 anni dopo l’ultima volta.
Sul risultato di 1-0 per la squadra di casa, in vantaggio grazie all’autorete di Ivan Huayhuata, iniziò la classica girandola dei cambi, quasi necessaria a tali altitudini. All’ottantesimo minuto, entrambi gli allenatori consegnarono al quarto uomo le direttive per le sostituzioni. Tra i locali il centrocampista Gary Paz lasciò il posto al compagno Alaca, mentre l’Aurora cercò di spingersi in avanti rimpiazzando il terzino Rodriguez con il trequartista Baldivieso.
Un cambio da Guinness dei Primati
No, non si trattò di un clamoroso ritorno in campo del trentottenne allenatore, che peraltro aveva appeso le scarpe al chiodo da appena un anno. Neppure dell’ingresso in campo di un omonimo: a entrare fu Mauricio, il figlio del tecnico, che non appena superò la linea laterale fu già titolare di un record nel Guinness dei Primati. A 12 anni, 11 mesi e 363 giorni fu, ed è ancora oggi, il giocatore più giovane al mondo ad aver esordito in un massimo campionato nazionale.
Esile, quasi spaesato, il giovane Mauricio fu subito protagonista del match, guadagnandosi una punizione in seguito a un durissimo intervento dell’altro neosubentrato Alaca. Una scivolata che lo costrinse alle cure mediche e ad abbandonare il campo temporaneamente. In lacrime. Baldivieso junior rientrerà sul terreno di gioco solo cinque minuti dopo e non riuscirà, insieme ai compagni, a riportare il match in parità.
Già al termine della gara l’opinione pubblica si scagliò contro l’allenatore dell’Aurora, reo di aver mandato allo sbaraglio il figlio, assolutamente non idoneo alla categoria a causa della giovanissima età. Dal canto suo, Julio César Baldivieso difese la sua scelta dichiarandosi fiero del ragazzo, un giocatore ricco di talento e che, nei pochi minuti sul campo, a suo parere si era ben disimpegnato.
Che fine hanno fatto i Baldivieso?
L’Aurora, messo sulla ghigliottina dai media di tutto il mondo, decise di punire il proprio tecnico con l’esonero. Cinque giorni dopo il match, il 24 Luglio 2009, Baldivieso fu esonerato e nella stessa data anche Mauricio lasciò l’Aurora. Appena due anni dopo, però, la società boliviana tornerà sui suoi passi, richiamando in organico padre e figlio. Quest’ultimo scenderà in campo per un’ulteriore occasione, prima del prestito al Real Potosi.
Padre e figlio lavoreranno insieme in due ulteriori occasioni, nel 2013 al Nacional Potosì e all’Universitario de Sucre nel 2015. Anno, quest’ultimo, in cui Julio Cesar è stato nominato selezionatore della nazionale boliviana. Ma a sorpresa – dati i trascorsi – il nome di Mauricio non è mai risultato tra quello dei convocati. E se il prematuro esordio lasciava presagire un talento fuori dal comune, il giocatore non è mai sbocciato. Anzi: non si hanno notizie – calcisticamente parlando – di Mauricio Baldivieso. Il giocatore risulta svincolato dal 2018, senza squadra nonostante la giovanissima età.