Le grandi coppie: Martin Palermo e Guillermo Schelotto

Martin Palermo e Guillermo Schelotto esultano dopo un gol del Boca Juniors
Martin Palermo e Guillermo Schelotto esultano dopo un gol del Boca Juniors
Martin Palermo (a sinistra) abbraccia Guillermo Barros Schelotto dopo aver realizzato una rete con la maglia del Boca Juniors (fonte: pinterest.com)

Una coppia rodata dopo una rivalità stracittadina. Da La Plata al Boca Juniors: Martìn Palermo e Guillermo Barros Schelotto hanno disegnato alcune delle pagine più belle della storia Xeneize. Risultando fortemente complementari nella coppia offensiva della squadra Azul y Oro.

 

La Boca e l’Italia, Schelotto e Palermo

Nata nel 1905 per opera di cinque giovani di chiare origini italiane, la squadra argentina del Boca Juniors è una delle più vincenti al mondo. Curiosa è la storia della fondazione del club, che prende il nome dal quartiere marittimo di Buenos Aires nel quale è stato fondato, la Boca, allora abitato prevalentemente da marinai genovesi. Non è un caso che lo storico soprannome del Boca, los Xeneizes, derivi proprio dalla traduzione spagnola degli abitanti della città della Lanterna.

La narrazione odierna verte proprio su questo legame indissolubile tra l’Italia e la squadra. Un intreccio che si estrinseca anche tramite una coppia di giocatori, entrambi originari del Belpaese, che hanno scritto la storia recente della società. Guillermo Barros Schelotto e Martìn Palermo.

E dire che il buon rapporto tra i due giocatori ha radici profonde e avverse. Entrambi nati nel 1973 a La Plata, sono stati arcinemici per sette stagioni, rivali nel derby cittadino. Nella prima metà degli anni ’90 Schelotto e Palermo giocarono rispettivamente nel Gimnasia e tra le fila dell’Estudiantes. Eppure spesso da antiche rivalità possono nascere solide sinergie. Come dimostrato dall’apporto portato dai due al Boca nell’esperienza comune, divisa in due tranche, dal 1997 al 2001 e dal 2004 al 2007. 204 reti in due, tenendo conto di campionato e coppa.

L’unione dei due rivali

El Mellizo, il gemello. Fratello gemello di Gustavo, anch’egli giocatore nel Gimnasia La Plata, Guillermo Barros Schelotto era un giocatore brevilineo, molto agile e veloce, capace di giocare sia come ala offensiva che come seconda punta. Nella sponda biancoblù di La Plata ha vinto unicamente la Copa Centenario nel ’94, una sorta di coppa nazionale organizzata una tantum dalla Federcalcio argentina per festeggiare il proprio centesimo anno di storia.

Martìn Palermo, detto El Loco o El Titàn, invece era l’autentico prototipo della prima punta. Alto 188 centimetri, faceva della stazza fisica il suo cavallo di battaglia, il tutto condito da un pregevole tocco di palla. All’Estudiantes, tuttavia, non alzò nessun trofeo, conoscendo anche l’onta della retrocessione in Segunda B, proprio nell’anno in cui i cugini trionfarono in coppa.

I due continuarono a darsele di santa ragione nelle varie stracittadine fino al 1997, anno in cui sia i gemelli Schelotto sia Palermo approdarono al Boca Juniors con la benedizione di Diego Armando Maradona. El Pibe de Oro, infatti, consigliò alla dirigenza gialloblù l’acquisto dei tre giocatori platensi, convinto che avrebbero potuto dare una mano al Boca nell’eterna lotta contro il River Plate. Squadra che tramite Enzo Francescoli, allora giocatore a fine carriera e referente del club biancorosso, aveva già sbarrato le porte del Monumental ai due gemelli.

Il Boca, l’esplosione, l’addio di Palermo

Approdati alla Bombonera i tre, tutt’altro che amici, si trovarono addirittura a dover dividere lo stesso appartamento. E se il talento di Gustavo Schelotto non sboccerà mai fino in fondo, per gli altri due la storia sarà diversa. Sarà necessario un periodo di ambientamento in una squadra strabiliante, con giocatori del calibro di Walter Samuel, Caniggia e Juan Roman Riquelme, oltre a un Maradona a fine carriera. I due però si completeranno reciprocamente all’interno del reparto offensivo Xeneize, rispettivamente da prima e seconda punta.

Un anno dopo il suo arrivo, in particolare, Martìn Palermo si aggiudicherà il Pallone d’Oro sudamericano. Nello stesso anno arriveranno le prime soddisfazioni collettive, con la vittoria del campionato di Apertura, bissato nel 2000, e di quello di Clausura nel 1999. Ciliegina sulla torta saranno, nel 2000, i trionfi in Copa Libertadores e nella Coppa Intercontinentale vinta per 2-1 contro il Real Madrid dei galacticos. Partita, quest’ultima, nella quale Palermo segna la doppietta decisiva.

Dopo essersi messo in mostra con la maglia Azul y Oro, Palermo decide di tentare la fortuna in Europa al Villarreal, nel gennaio del 2001. Al Submarino Amarillo conoscerà alterne fortune, anche a causa di un grave e curioso infortunio a tibia e perone avvenuto sul campo del Levante. In occasione dei festeggiamenti per un gol, infatti, un muretto di sostegno dei cartelloni pubblicitari dello stadio franerà rovinosamente su una gamba del delantero argentino.

Palermo – Schelotto, secondo atto

La fallimentare esperienza europea di Palermo, mai culminata in prestazioni similari a quelle messe in mostra in Argentina, renderà possibile il ritorno del Loco laddove la sua carriera era esplosa. Al Boca, nel frattempo, Guillermo continuerà a conseguire titoli. Alle due Libertadores del 2001 e 2003 segue il bis in Coppa Intercontinentale, vinta ai rigori contro il Milan di Ancelotti. Schelotto, peraltro, serve l’assist a Donnet per il goal del pareggio.

Si riforma, così, quel binomio che tante soddisfazioni aveva dato alla tifoseria degli Xeneizes e che tante, ancora, ne darà. La consolidata coppia d’attacco platense guiderà la propria squadra a numerosi trionfi tra il 2004 e il 2006, culminando nella Libertadores del 2007. Un trionfo solamente sfiorato da Schelotto, che il 19 aprile dello stesso anno rescinde il suo contratto col Boca e mette la parola fine al sodalizio sportivo con la squadra e con Palermo. Il quale continuerà a giocare e a segnare alla Bombonera fino al 2011, anno di ritiro dal calcio giocato.

L’ultima puntata di Schelotto a La Plata

Schelotto firma per i Columbus Crew, in MLS, e diviene il beniamino dei tifosi americani. Il richiamo de La Plata, però, torna a bussare. Il Gimnasia è in difficoltà e rischia la retrocessione a causa della curiosa regola del promedìo, ovvero la media punti delle ultime tre stagioni. Guillermo torna a vestire la prima maglia della sua carriera nel disperato tentativo di ottenere la salvezza, da capitano, ma non riesce nell’intento. La carriera dei due, ironia della sorte, termina nella stessa partita. Gimnasia – Boca 2-2, con rimonta degli ospiti dopo il 2-0 iniziale.

Così finì l’epopea del Mellizo Guillermo e del Titàn Palermo, tanto odiati quanto rispettati rivali nei derby di La Plata e tanto fraterni amici e sublimi compagni nelle trionfali avventure al Boca. Le gesta dei due riecheggeranno per sempre nel Museo de la Pasiòn Boquense, dove, a poca distanza l’una dall’altra, sono state collocate le statue dei due giocatori. A memoria di questa grande coppia, che ha vissuto momenti di divisione così forte da diventare più unita e vincente che mai.

 

 

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