Cile – Italia 2-0, pugni e calci a Santiago de Chile

Cile Italia 2-0 Battaglia di Santiago 1962
Cile Italia 2-0 Battaglia di Santiago 1962
Un’immagine esemplificativa di Cile – Italia 2-0, partita conosciuta come “La Battaglia di Santiago” per l’estrema durezza del match (fonte: bbc.com)

La Battaglia di Santiago. Basterebbe il soprannome dato a Cile – Italia, partita giocata proprio in terra cilena ai Mondiali del 1962, per descrivere la crudezza e la durezza di un match estremamente nervoso. E la direzione discutibile dell’inglese Aston non contribuì a calmare gli animi…

 

L’Italia ritornò ai nastri di partenza di un Mondiale dopo la mancata qualificazione del 1958, ultima edizione in cui gli azzurri non furono presenti alla manifestazione.

 

I due Mondiali precedenti erano stati disputati in Europa: le federazioni calcistiche sudamericane chiesero che l’edizione del 1962 si svolgesse in uno dei paesi dell’America Latina. La nazione favorita per ospitare quei Mondiali era dunque l’Argentina. Buenos Aires aveva già ambito in precedenza a riportare nel continente americano la fase finale della Coppa del Mondo, che dopo l’inaugurazione in Uruguay nel 1930 ne aveva fatto ritorno solo nel 1950 in Brasile, e la sua candidatura era molto forte. Invece, grazie anche a un lavoro diplomatico da parte della federazione cilena, la quale si impegnò a dimostrare al resto del mondo, ancora scettico, che le proprie capacità organizzative non erano inferiori a quelle argentine, il Cile riuscì a ottenere i voti necessari per accaparrarsi l’incarico.

 

A non facilitare le cose, il 22 maggio del 1960, appena 24 mesi prima dell’inizio del Mondiale, il Cile fu colpito dal più violento terremoto mai registrato nella storia, che raggiunse la magnitudine di 9,5 della scala Richter. L’episodio provocò anche uno tsunami che, oltre a colpire le coste cilene, attraversò tutto l’Oceano Pacifico fino ad arrivare sino in Giappone. L’epicentro fu localizzato a circa 900 km a Sud di Santiago, nei pressi della città di Valdivia che fu la maggiormente colpita. Il numero delle vittime fu di qualche migliaio, abbastanza limitato per un evento del genere, ma i danni furono ingenti e si registrarono due milioni di sfollati. La sciagura chiaramente non risparmiò gli stadi di alcune città che avrebbero dovuto ospitare le partite del Mondiale. La competizione fu disputata in soli 4 stadi, molto pochi per un torneo a 16 squadre con 4 gironi eliminatori per il quale erano previste 32 partite, situati in altrettante città: oltre che a Santiago, si giocò a Rancagua e Viña del Mar, poco distanti dalla capitale, e ad Arica, situata nell’estremo Nord del Paese.

 

I padroni di casa pescarono un girone non semplice: furono inseriti nel gruppo 2 assieme a Svizzera, Italia e Germania Ovest. Il Cile partì bene, con una vittoria contro gli elvetici, mentre l’Italia, guidata da Ferrari e Mazza, dopo lo 0-0 iniziale contro i tedeschi, era costretta a ottenere un buon risultato contro la Roja nella partita successiva.

 

L’avvicinamento alla sfida tra Cile e Italia fu condito da aspre polemiche. A pochi giorni dall’inizio del Mondiale, i rapporti tra le due nazioni, fino ad allora buoni, si incrinarono. Ciò che provocò gli attriti furono due articoli pubblicati sul Resto del Carlino e La Nazione, nei quali il Cile veniva descritto come una nazione arretrata, “colpita da tutti i mali possibili” e in cui si raccontava il degrado della capitale Santiago. Gli articoli ebbero un’intensa eco nel paese sudamericano, in cui la destra nazionalista era molto forte (nel 1973 verrà instaurata con un golpe la dittatura militare di Pinochet), e causarono un forte astio nei confronti dell’Italia, che tra l’altro non era già vista di buon occhio in quanto aveva in formazione due oriundi provenienti dalla rivale Argentina: Omar Sivori e Humberto Maschio.

 

Il 2 giugno 1962 è il giorno della sfida. Fu una delle ben 10 partite del Mondiale giocate all’Estadio National di Santiago, che poteva ospitare 66.000 spettatori (gli altri 3 stadi non arrivavano a 20.000 posti). In realtà, ci vuole molta fantasia a chiamarla partita: fu tutto tranne che un evento sportivo. Il pubblico si mostrò da subito molto ostile nei confronti dell’Italia, e, in campo, già dopo pochi minuti dal fischio d’inizio dell’arbitro inglese Aston si registrarono i primi scontri di gioco. L’italiano Ferrini fu espulso dopo 7 minuti per un calcio sferrato a un giocatore cileno in risposta a un fallo subito. Poco dopo, Maschio fu colpito, mentre l’arbitro era ancora impegnato a discutere con Ferrini, da un avversario con un pugno, che gli provocò la frattura del naso. Non essendo ancora possibili le sostituzioni, rimase in campo stordito per il resto della partita. Un altro pugno fu rivolto dal sudamericano Leonel Sanchez al volto del terzino azzurro Mario David durante un contrasto. Il fatto avvenne sotto gli occhi di uno dei guardalinee, ma nonostante ciò incredibilmente il cileno non venne sanzionato.

Passarono pochi minuti e arrivò la vendetta di David su Sanchez: in un contrasto aereo lo colpì con un calcio volante alla spalla. L’arbitro in questo caso non ebbe la stessa clemenza che aveva avuto con Sanchez e espulse l’italiano. Come dimostra questo episodio, la direzione di gara fu molto favorevole al Cile, probabilmente non per malafede, ma semplicemente perché Aston si trovò a dirigere qualcosa che nulla aveva a che fare col calcio, e, per non rischiare che la situazione divenisse insostenibile, sia negli spalti che in campo, ebbe un occhio di riguardo per la squadra di casa. Ma nel calcio non dovrebbe mai funzionare così. Le botte volavano da entrambe le parti, ma solo gli italiani venivano puniti. Numerosissime le interruzioni di gioco, e parecchie volte si rese necessario l’intervento in campo delle forze dell’ordine locali per sedare le risse tra giocatori. Anche ridotta praticamente in 8, la nazionale italiana seppe resistere molto bene agli attacchi degli avversari, finché al 73° il Cile si portò in vantaggio. I giocatori azzurri lamentavano una carica sul portiere in quell’occasione, ma subito dopo si portarono con orgoglio all’attacco non riuscendo però a trovare il pareggio. La partita terminò 2-0, e le flebili speranze di passare il turno furono spente dalla vittoria della Germania Ovest con la Svizzera, che venne poi battuta inutilmente anche dagli azzurri per 3-0.

 

Il Brasile si riconfermò campione del mondo dopo la vittoria di 4 anni prima: è l’ultima volta che una nazionale realizza una doppietta ai Mondiali. Aveva compiuto l’impresa in precedenza solo l’Italia, nel 1934 e 1938. Il Cile, dopo aver perso contro i futuri campioni in semifinale, raggiunse il terzo posto, miglior risultato della loro storia.

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