
.Barbados – Grenada, partita valida per la Caribbean Cup del 1994, è una di quelle partite per le quali, dopo aver pensato la solita frase “dopo questa, le ho viste tutte” vi rimangerete tutto. La paradossale storia di un regolamento nato male e utilizzato, dalle due contendenti, nella sua massima distorsione.
La nascita del Golden Goal
Il calcio che possiamo vedere o giocare al giorno d’oggi è frutto di numerose modifiche regolamentari, sovrapposte nel tempo. Basta pensare alle più semplici e ormai consolidate regole che lo caratterizzano. Ad esempio quella del fuorigioco, non esistente agli albori del football, o anche più recenti innovazioni come il divieto, per il portiere, di afferrare con le mani il retropassaggio volontario di piede del compagno di squadra.
Nel 1993 viene introdotta una nuova fattispecie. L’International Board, organo regolamentare della FIFA, mutua dal mondo dell’hockey su ghiaccio il sudden death (traduzione letterale: morte istantanea) e lo fa approdare nel mondo del calcio. Non prima di una rinfrescata con una nomenclatura meno macabra: Golden Goal, rete d’oro.
L’idea del Golden Goal nasce per rendere più accattivanti i tempi supplementari. Infatti le squadre, una volta passate in vantaggio, tendevano a barricarsi in difesa, impedendo di fatto agli avversari di trovare i varchi per pareggiare. Con la nuova disciplina, invece, il gol avrebbe portato immediatamente alla conclusione del match e annessa vittoria della squadra realizzatrice.
Il Golden Goal, seppure applicato in tutte le maggiori competizioni nazionali e internazionali a eliminazione diretta, nasce come facoltativo. Così, veniva lasciato alle singole federazioni il libero arbitrio sull’utilizzo o meno. Uno dei primi esperimenti sarà l’Europeo 1996, che però restituisce un esito alterno. Ben 4 gare eliminatorie su 7 decise ai rigori e solo una, la finale, dal golden goal di Oliver Bierhoff in Germania – Repubblica Ceca.
La geniale idea della Caribbean Football Union
A essere folgorati dalla norma appena creata sono gli organizzatori della Coppa dei Caraibi. Per la competizione del 1994 essi decidono non solo di farne uso nella fase ad eliminazione diretta, ma anche nel corso dei gironi. Nessuna partita potrà terminare sul risultato di parità, per cui al verificarsi di quest’ultima eventualità si giocheranno i supplementari.
La Caribbean Football Union, però, vuole addirittura spingersi oltre. Il gol ai supplementari non solo garantirà la vittoria, ma varrà doppio. La partita conclusasi 0-0 al 90′, in caso di gol di una delle squadre nei 30 minuti di extratime, terminerà automaticamente 2-0.
La speranza era quella di spronare le squadre ad attaccare con più vigore. Infatti le squadre avrebbero potuto contare, nella fase a gironi, dall’aiuto garantito dalla differenza reti. Ricordate questa spiegazione, perché vi sarà utile per la comprensione di quanto spiegheremo.
Il punto della situazione per Barbados e Grenada
Come ci insegna la disciplina giuridica, infatti, può capitare che le norme siano soggette ad attività interpretativa, se non a vere e proprie distorsioni. Barbados – Grenada ne sarà esempio lampante. È il 24 Gennaio del 1994, e nel girone A di qualificazione alla Shell Caribbean Cup (questo il nome ufficiale della competizione) si giocano l’unico posto disponibile per il passaggio del turno tre nazionali. Barbados, Grenada e Porto Rico.
Nella prima gara Porto Rico vince 1-0 contro le Barbados, perdendo però ai supplementari la seconda gara a Grenada. Il regolamento del gol doppio, però, implica che Porto Rico è automaticamente scavalcata ed eliminata per differenza reti.
La classifica, a questo punto, vede nettamente favorita Grenada. Alla nazionale gialloverde, per la qualificazione, basta una sconfitta con al massimo una rete di scarto contro le Barbados.
I giocatori di casa, come confessato dall’allora portiere Horace Stoute in un intervista del 2014, parlano a lungo nel briefing pre-gara, studiando tutte le possibili soluzioni per perforare la difesa grenadina. Le tattiche sembrano funzionare, tanto che la squadra va al riposo di metà gara in vantaggio per 2-0. Nella ripresa, tuttavia, Barbados non riesce a chiudere la gara e al minuto 83 arriva la rete del 2-1.
Cos’è il genio? Fantasia, intuizione…
Per spiegare cosa accade nei minuti successivi, ci avvaliamo delle parole dello stesso Stoute, estremo difensore delle Barbados.
«Nel discorso prepartita il coach aveva già programmato tutto. Ci ha spiegato rapidamente la regola del valore doppio della rete realizzata ai supplementari o ai rigori, così da non lasciarci impreparati.
Subìto il gol, proviamo ad attaccare per un paio di minuti, ma Grenada ha messo il catenaccio in difesa e non ci lascia passare. Allora, alla prima occasione propizia, ho ricordato al difensore Terry Sealey che, in chiave supplementari, anche il pareggio poteva tornarci utile.
Dalla panchina, il coach Griffith inizia ad urlare. OWN-GOAL, OWN-GOAL (autogol, autogol), e così Terry, palla al piede, mi si avvicina e mi passa il pallone, dicendo di buttarla dentro. Certo, ero anch’io coinvolto nello schema, ma non volevo essere considerato così…così sospettabile, ecco. Gliela ripasso, ma lui insiste nel ridarmela indietro. Uno, due, tre scambi. Continuo a dirgli: Terry, non in questo modo, non in questo modo. Al quarto, l’attaccante avversario capisce il piano, e corre verso di noi per tentare di rubarci il pallone. Terry lo guarda, guarda la porta, chiude gli occhi e tira…”.
86 minuti, Barbados 2, Grenada 2.
…decisione e velocità d’esecuzione
Dopo trenta secondi dal nuovo calcio d’inizio operato dai locali, il centrocampista di Grenada Cheney Joseph recupera il pallone a centrocampo. Subito, esegue un solitamente incomprensibile lancio lungo verso la sua porta. Ma i giocatori delle Barbados hanno già previsto tale possibilità, e si sono piazzati a difesa di entrambe le porte. 5 giocatori a proteggere Stoute, altri 5 ad evitare l’autorete del 3-2, che ripristinerebbe lo status quo.
Saranno i tre minuti più assurdi della storia del calcio, con Grenada che tenta rapidi ribaltamenti di fronte per sorprendere gli avversari, coinvolgendo nella manovra anche il portiere per creare superiorità numerica, ma senza esito. Nulla di fatto, si va all’extratime.
Il piano delle Barbados va in porto, e Stoute e compagni riusciranno nel loro incredibile intento grazie al mancino ad incrociare di Thorne. Golden goal, fischio finale e il risultato passa magicamente dal 2-2 al 4-2. Qualificazione ottenuta, Grenada eliminata.
Resosi conto della clamorosa deriva della norma, utilizzata con finalità tutt’altro che sportive, il comitato organizzatore decide di abrogare con effetto immediato (ma non retroattivo) la regola. Al fine di evitare nuovi episodi simili, infatti, il double golden goal non viene considerato più valido già dalla fase successiva della Coppa. Nella quale la selezione delle Barbados, nelle tre partite del girone con Guadalupa, Trinidad & Tobago e Dominica, verrà eliminata con appena due punti, frutto di una sconfitta e due pareggi. E questa volta, senza tempi supplementari.