

L’Europeo 2016, che spettacolo! La prima edizione a 24 squadre riserva grandi sorprese: dall’Italia di Conte, fiera e combattiva, al Portogallo di Cristiano Ronaldo capace di vincere la competizione… ottenendo solo una vittoria nei tempi regolamentari. E poi una serie di aneddoti memorabili: da Will Grigg a Gummi Ben, passando per il boicottaggio turco…
L’Europeo in Francia, per la terza volta
E dire che ci avevamo sperato. Nel 2010, per la seconda volta di fila, l’Italia è candidata a ospitare un’edizione dell’Europeo. Ancora una volta, però, la commissione elettorale stoppa il sogno azzurro a un passo dalla realizzazione. In occasione dell’Europeo 2012, come abbiamo raccontato, a frenare l’autorevole obiettivo tricolore, con un progetto dato come largamente favorito, fu soprattutto il caso Raciti e l’indignazione generale sollevatasi appena due mesi prima rispetto al voto decisivo, avvenuto ad aprile 2017. Questa volta, invece, il sapore della sconfitta è meno beffardo. O almeno, lo è nell’immediato: la candidatura italiana arriva terza, scartata al primo turno di votazioni.
L’Europeo 2016, infatti, viene assegnato alla Francia. Per la terza volta di fila sono i cugini d’oltralpe a ospitare la competizione, nell’inedita formula a 24 squadre. Un traguardo ambito anche dall’Italia, che invece rimane ferma a quota 2 (edizioni 1968 e 1980) insieme al Belgio. E a fare male non è tanto la possibilità di garantirsi il pass automatico per la competizione o quella di avere a domicilio le altre 23 nazionali partecipanti. Il tasto dolente è dato dall’ennesima opportunità persa per riammodernare diversi e vetusti impianti italiani. In un solo colpo vengono strappati i progetti dei nuovi stadi di Cagliari, Firenze, Palermo e Udine, con quest’ultima città che otterrà una nuova casa solo grazie all’investimento privato dell’Udinese.
Ma non solo: niente copertura degli spalti al San Nicola di Bari, niente nuova tribuna centrale al Manuzzi di Cesena. Niente ristrutturazione completa del San Paolo di Napoli o riqualificazione del Tardini di Parma e del Bentegodi di Verona. I fondi della competizione continentale vengono dirottati in Francia: 4 impianti nuovi di zecca, 7 ristrutturati.
Le qualificazioni all’Europeo 2016: esordio Gibilterra, delusione Olanda
Sono ben 53 le federazioni iscritte alle qualificazioni per l’Europeo 2016. Un record raggiunto grazie all’avvenuta affiliazione all’UEFA di Gibilterra, l’esordiente nazionale dei tre fratelli Casciaro. La selezione gibilterrina sarà l’unica, insieme a quella di Andorra, a non ottenere punti nel proprio girone. Storico, invece, è lo 0-0 interno di San Marino contro l’Estonia: si tratta, infatti, del primo punto del Titano in un’edizione delle qualificazioni europee, traguardo appena sfiorato nel 2007 in un rocambolesco 1-2 contro l’Irlanda.
Proprio l’Irlanda rientra, per la seconda edizione di fila, nel lotto delle partecipanti. L’Eire, infatti, fa suo lo scalpo della Bosnia ed Erzegovina negli spareggi tra le terze classificate. L’emergente nazionale di Pjanic e Dzeko è una delle delusioni delle qualificazioni, ma non è la sola. Sono ben 3, infatti, le nazionali sorteggiate in prima fascia a non rientrare tra le 24 candidate alla vittoria dell’Europeo 2016.
A Bosnia ed Erzegovina, infatti, fa compagnia la Grecia, che chiude addirittura all’ultimo posto nel proprio girone, sconfitta dalle Isole Fær Øer sia all’andata che al ritorno. Il KO di Atene, in particolare, costerà la panchina al nostro Claudio Ranieri, sostituito dall’uruguagio-armeno Markarián, incapace di invertire la rotta. Ma quella della nazionale greca, giunta agli ottavi di finale al mondiale brasiliano, non è nemmeno l’esclusione più eccellente. Clamorosa, infatti, è la mancata qualificazione dell’Olanda, giunta quarta nel raggruppamento che qualifica Repubblica Ceca, Islanda e Turchia.
Il caso Valbuena – Benzema: la Francia è scossa
E la Francia? La nazionale allenata da Didier Deschamps approfitta degli slot concessi alle soste per le Nazionali per giocare alcune amichevoli, in buona parte contro le partecipanti al gruppo I delle qualificazioni, l’unico a 5 squadre. Un cammino apparentemente sereno che a novembre del 2015, però, viene scosso da un caso giudiziario. Il trequartista della nazionale Mathias Valbuena, infatti, qualche mese prima aveva sporto denuncia per un tentativo di estorsione. Una telefonata anonima, infatti, lo informa che qualcuno ha in suo possesso alcuni filmati hard che lo ritraggono, chiedendo 150 mila euro in cambio della mancata diffusione.
Il caso Valbuena non frena il cammino della Francia verso l’Europeo 2016. Lo stesso giocatore, allora in forza al Lione, va anche a segno in un’amichevole in casa del Portogallo, vinta per 0-1. Una situazione apparentemente sotto controllo fino a quando, presso il commissariato di Versailles, un uomo confessa di essere coinvolto nell’affare. E a cadere nella trappola, anche grazie ad alcune registrazioni telefoniche, è addirittura Karim Benzema.
Il legale dell’attaccante proverà subito a smentire le accuse, ma le voci si diffondono a macchia d’olio e in Francia sormonta lo scandalo. La Federazione decide per adottare il pugno di ferro: Benzema è escluso a tempo indeterminato dalla nazionale francese, Valbuena invece viene lasciato a riposo per riprendersi dal naturale shock. Quest’ultimo non giocherà mai più con la nazionale francese, esternando anche alcune decise polemiche nei confronti del CT. Benzema, invece, sarà riabilitato solo nel 2021, a pochi giorni dall’Europeo itinerante.
La fase a gironi dell’Europeo 2016: il ballo delle esordienti
L’allargamento da 16 a 24 squadre partecipanti offre un maggior numero di posti per l’Europeo 2016. A goderne sono alcune nazionali rimaste nell’ombra fino a quel momento: sono ben 5, infatti, le esordienti assolute alla kermesse. Albania, Galles, Irlanda del Nord, Islanda e Slovacchia staccano il pass per la Francia e prendono parte, per la prima volta, alla competizione. La prima delle nazionali elencate viene inserita nel Gruppo A insieme a Francia, Romania e Svizzera, dando luogo a un evento più unico che raro. Nella gara d’esordio, infatti, il centrocampista Taulant Xhaka affronta… suo fratello Granit, centrocampista svizzero. Per la prima volta nella storia, due fratelli giocano contro in una partita di un Europeo.
Nonostante la vittoria nella gara finale contro la Romania, la selezione albanese non riuscirà a passare al secondo turno, appannaggio di Francia e Svizzera. Nel Gruppo B, invece, festeggiano sia Galles che Slovacchia. I primi, trascinati da Gareth Bale e da Aaron Ramsey, chiuderanno addirittura al primo posto nel girone, davanti all’Inghilterra. I secondi, invece, sorprendono la Russia (1-2 nello scontro diretto) e, nonostante il terzo posto finale, sono tra le ammesse agli ottavi di finale.
Will Grigg’s on fire: la festa continua dell’Irlanda del Nord
Nel Gruppo C non c’è storia: Germania e Polonia chiudono a braccetto in testa con 7 punti ciascuna. Al terzo posto arriva l’Irlanda del Nord, grande sorpresa tanto sul campo quanto per il calore dei tifosi, accorsi in massa dalla madrepatria. La nazionale, giunta al primo posto nel proprio girone di qualificazione, è seguita da un numero spropositato di supporters, se relazionato ai meno di 2 milioni di abitanti della penisola appartenente al Regno Unito.
I tifosi si faranno riconoscere non solo per la loro estrema e spassionata fede, ma anche per la correttezza mostrata. Un esempio? È celebre un video amatoriale, registrato in occasione dell’immediato post partita a seguito dell’unica vittoria registrata dall’Irlanda del Nord all’Europeo 2016. La polizia sorveglia il deflusso dei tifosi, ma inizia a piovere e in molti trovano riparo sotto a un ponte. Cosa accade? Lasciamo che sia il video a farvelo scoprire…
All’interno dell’impianto, invece, diventa estremamente popolare un coro basato sulle note del brano dance Freed from Desire. Ogni volta che gli altoparlanti emettono la canzone, i tifosi si scatenano e iniziano a inneggiare. Un coro dedicato interamente a un giocatore della nazionale, reduce da una stagione da 25 reti in League One, la terza serie inglese, con la maglia del Wigan. Will’s Grigg on fire diverrà autentico tormentone dell’Europeo 2016, per alcuni addirittura l’inno non ufficiale della competizione. La particolarità? Will Grigg, attaccante, in Francia non giocherà nemmeno un minuto…
Lo smacco italiano alla Turchia
Nel Girone D la Croazia ha la meglio sulla Spagna, vincendo anche lo scontro diretto, e viene accreditata tra le favorite per la vittoria finale. All’ultima giornata la Turchia batte la Repubblica Ceca per 2-0 e, nonostante la doppia sconfitta contro le prime due classificate, torna clamorosamente in corsa per gli ottavi di finale. Il passaggio delle quattro migliori terze sui sei gironi, infatti, vede la Turchia sopravanzare l’Albania: stessa differenza reti (-2), ma un gol siglato in più (2 contro 1). È sufficiente, nell’ultima gara del girone E, che Irlanda e Svezia non vincano affinché i turchi possano festeggiare.
La sconfitta scandinava contro il Belgio fa sognare gli anatolici, ma l’Irlanda batte per 1-0 l’Italia, sale a 4 punti in classifica ed estromette la Turchia. Non senza polemiche da parte della stampa turca: l’Italia, già certa del primo posto nel girone, è scesa in campo con ben 8 giocatori diversi rispetto alla partita precedente. Sul Web, addirittura, i tifosi intimano ai connazionali di boicottare la pizza e ogni altro cibo italiano.
#Euro2016, #Italia ko con #Irlanda, furia #Turchia: «Boicottate la pizza» #CdSEuro2016 https://t.co/3dsBNBsSrL
— Corriere dello Sport (@CorSport) June 23, 2016
Il Gruppo F si riscopre estremamente equilibrato. Il Portogallo, favorito della vigilia nel girone, fatica e non poco contro Austria, Ungheria e Islanda. Il pareggio contro questi ultimi, all’esordio, è la prima delusione per i tifosi lusitani, ma il peggio deve ancora venire. Contro l’Austria finisce 0-0, Ronaldo sbaglia un rigore e i timori di una clamorosa eliminazione superano l’entusiasmo generale. Contro l’Ungheria, all’ultimo turno, finisce 3-3: il Portogallo arriva terzo e si trascina, faticosamente, agli ottavi.
Il mondo scopre il Geyser Sound… e un telecronista islandese
La grande sorpresa del girone è proprio la selezione magiara, al ritorno ai campionati Europei dopo il quarto posto nell’edizione 1972 e ben 44 anni di assenza dalla manifestazione. La squadra del tedesco Bernd Storck stupisce per solidità e intensità, guadagnando il primo posto del girone alla pari con l’Islanda. Una nazionale divenuta già ampiamente nota, almeno in Italia, già 1 anno prima per il caso Bjarnason. L’accesso alla pagina social della Federcalcio nordica, assaltata dai tifosi pescaresi con una simpatica shitstorm a seguito della convocazione in Nazionale e il mancato permesso a partecipare alla finale playoff, è ancora inibita agli internauti italiani nel corso dell’Europeo.
Il mondo intero, comunque, avrà modo di conoscere meglio l’isola del Mare del Nord grazie non solo ai risultati maturati sul campo, con la qualificazione agli ottavi, ma anche per l’immenso sostegno dei tifosi al seguito, con il celeberrimo Geyser Sound al termine di ogni partita disputata a unire, in una sequela di applausi ritmati, giocatori e pubblico.
Non saranno solo giocatori e supporters a rendersi noti in occasione della manifestazione europea, ma anche un fan… particolare. Si tratta di Guðmundur Benediktsson, ex attaccante della Nazionale islandese, il quale si farà notare (eccome) non solo dai vicini di posto, ma anche dai telespettatori islandesi e poi, grazie al Web, dall’Europa e dall’intero globo terracqueo. È lui, infatti, il commentatore inviato dalla RÚV, la televisione nazionale islandese, in Francia. E grazie al goal siglato da Traustason, al 94′ di Islanda – Austria, diverrà un’autentica star mondiale. Come? Urlando di gioia. Sarà soprannominato Il commentatore folle o semplicemente, per semplificare la pronuncia di nome e cognome, Gummi Ben.
L’Europeo 2016 dell’Italia
L’Italia, un po’ per il valore mostrato, un po’ di sano patriottismo, merita un capitolo a parte. La Nazionale giunge in Francia con un cammino fatto di 7 vittorie, 3 pareggi e 0 sconfitte, ma senza splendere. Gli azzurri di Conte arrivano primi nel girone qualificatorio, davanti alla Croazia, vincendo ben 5 partite con un solo gol di scarto (due volte con Malta, una con Azerbaijan, Bulgaria e Norvegia). Nei mesi antecedenti la kermesse, peraltro, si fanno male due titolarissimi del centrocampo: Claudio Marchisio si rompe il legamento crociato, mentre Verratti deve cedere a una fastidiosa ernia inguinale.
Quella schierata nella gara d’esordio contro il temibile Belgio non è, a onor del vero, il miglior 11 azzurro che si ricordi. La squadra, però, mette in mostra un calcio caparbio e quadrato e vince 2-0 con le reti di Emanuele Giaccherini, un fedelissimo di Conte, e Graziano Pellè. La gara pomeridiana contro la Svezia, nella seconda giornata, è ben più sofferta. L’Italia spinge ma non sfonda e trova la marcatura decisiva solo al minuto 88, con la zampata vincente di Éder. La vittoria vale la qualificazione agli ottavi, da prima in classifica, con un turno d’anticipo: sarà ininfluente – ma non per la Turchia, come abbiamo raccontato – la sconfitta contro l’Irlanda. Il sorteggio per gli ottavi, però, è beffardo: per il terzo Europeo consecutivo sarà Italia – Spagna.
I fantasmi delle sconfitte del 2008 e del 2012 vengono sotterrati con una grande prestazione azzurra: finisce 2-0 con i gol di Chiellini e Pellè. Ai quarti, contro la Germania, saranno necessari ben 9 rigori per parte per decretare la qualificazione teutonica. E tutti ricorderanno la rincorsa di Zaza e la diatriba Pellé – Neuer con il mimo del cucchiaio e la conclusione a lato…
Il cammino verso la finale
Ciò che accade nelle altre sfide è mera cronaca sportiva, o quasi. Nelle ore immediatamente successive la vittoria dell’Italia sulla Spagna a Nizza accade l’imponderabile: l’Islanda fa suo lo scalpo dell’Inghilterra, vince 2-1 e approda ai quarti di finale. Meno sorprese nelle altre sfide: Belgio e Germania si liberano con facilità di Ungheria e Slovacchia, la Francia trema ma batte per 2-1 l’Irlanda con doppietta di Griezmann, il Galles piega l’Irlanda del Nord grazie a un’autorete e la Polonia ha bisogno dei rigori per eliminare la Svizzera. La splendida Croazia dei gironi, invece, cade contro il Portogallo, piegata dal gol di Quaresma ai supplementari.
Lo stesso Portogallo supera anche lo scoglio dei quarti, vincendo ai rigori contro la Polonia. Se i penalty kick premiano anche la Germania contro l’Italia, Galles e Francia danno una grande dimostrazione di forza battendo con autorevolezza Belgio e Islanda. E il cammino francese prosegue fino alla finale: 2-0 alla Germania, stesso risultato ottenuto dal Portogallo contro il Galles nell’unica vittoria ottenuta dai lusitani nei 90′ nel corso dell’intero Europeo 2016. Il 10 Luglio 2016, a Saint-Denis, sarà Francia – Portogallo.
Il Portogallo può festeggiare… con 12 anni di ritardo
La finale vede di fronte una straripante selezione francese, favorita dal fattore campo e dalla spinta del pubblico di casa, contro un Portogallo non ancora del tutto performante. Un presagio da Davide contro Golia, con gli occhi dei tifosi puntati sui due giocatori più accesi: Dimitri Payet da una parte, Cristiano Ronaldo dall’altra. I giocatori più convincenti del cammino delle due squadre si affrontano in un duello simbolico tra Oceano Indiano e Atlantico, data la provenienza dei calciatori rispettivamente da La Réunion e da Madeira, isole lontane dal continente.
Il destino, però, vuole che sia proprio uno scontro tra i due a far terminare la contesa diretta già nella prima metà del primo tempo. Payet entra duro su Ronaldo, che rimane a terra in lacrime, dolorante al ginocchio. Il fuoriclasse portoghese prova a rialzarsi e resistere, ma deve alzare bandiera bianca al 25′. Con l’uscita di CR7 si spegne anche Payet, che uscirà dal campo al 58′, sostituito da Coman, dopo una partita letteralmente anonima. Entrambe le squadre sfiorano la rete, ma al 90′ il risultato è ancora sullo 0-0. Si va ai supplementari.
Come nelle più belle storie di calcio a risolvere la contesa è l’uomo che non ti aspetti. Ederzito António Macedo Lopes, in arte Éder, ha giocato appena 13 minuti in tutto l’Europeo 2016. Eppure, al 79′, il CT Fernando Santos punta su di lui. L’attaccante nativo della Guinea Bissau lo ripagherà 30 minuti di gioco dopo il suo ingresso in campo: tiro da destro dai 20 metri che si spegne alle spalle di Lloris, 0-1. Il risultato non cambierà più: 12 anni dopo la mancata vittoria nell’Europeo casalingo, sorpreso dalla Grecia, il Portogallo ottiene la sua vingança, la rivincita. Con buona pace della Francia, trafitta sul suolo amico.