

1988, Germania Ovest, campionati Europei di calcio. Come succede ad ogni evento sportivo, il clima è di grande festa. In questo caso, sarebbe meglio dire dovrebbe essere di grande festa. Per due nazionali, questa manifestazione mette a confronto due Paesi che hanno alcune storie tese tra loro.
Stoccarda, 12 giugno. Alle 15:28 scendono in campo Inghilterra e Irlanda.
La situazione tra I due Stati, come anticipavo poc’anzi, non è delle migliori.
Lo scenario politico è critico, siamo infatti nel cuore degli anni dei The Troubles, dei problemi, tra l’Inghilterra e l’Irlanda del Nord. Infatti, I repubblicani indipendentisti dell’Irish Republican Army, conosciuta come IRA, hanno adottato da alcuni decenni la strategia della lotta armata, al fine di staccarsi dal Regno Unito e annettersi alla Repubblica d’Irlanda, unificando così l’isola irlandese.
Nel 1988, la tensione si è intensificata a causa della scoperta, da parte del Regno Unito, dei rifornimenti di armi inviati dalla Libia all’IRA. L’Iron Lady, Miss. Margaret Thatcher, non l’aveva presa proprio benissimo. Anche la Regina Elisabetta, seppur non andasse d’accordo con l’allora Primo Ministro britannico, non stava vivendo quei momenti in maniera serena. L’integrità del suo Regno era in serio pericolo, più che mai.
Il destino spesso sa essere beffardo e sa come mettere del pepe alle vite degli essere umani, anche quando le vite sono già abbastanza condite di loro. Il sorteggio del girone B ha messo nello stesso raggruppamento i verdi d’Irlanda e i biancocrociati inglesi.
Si ripresenta quindi la stessa situazione dei Mondiali messicani del 1986 quando, all’Azteca di Mexico City, si incontrarono Argentina e l’onnipresente Inghilterra, che avevano delle ferite ancora da rimarginare dopo la battaglia della Falkland.
Nella Repubblica d’Irlanda e nell’Irlanda del Nord, I giorni antecedenti la gara sono pieni di attesa e speranza. Sarebbe fantastico battere l’Inghilterra, in un momento del genere. I pronostici non sono a favore della nazionale del quadrifoglio. L’Inghilterra, a detta di tutti, ha la vittoria già in tasca, gli irlandesi devono solo sperare di fare qualcosa di buono.
L’allentore della selezione irlandese, però, non è autoctono. Di cognome fa Charlton, di nome fa Jack. Mister Jack Charlton altri non è che il fratello di Sir Robert, Bobby, Charlton, membro di spicco della nazionale inglese nei mondiali casalinghi del 1966.
Alle 15:36, al sesto minuto di gioco, accade l’imponderabile. La nazionale dell’isola dello Smeraldo passa in vantaggio, cortesia di Houghton. Da quel momento in poi, nonostante I numerosi sforzi dei bianchi inglesi, il risultato rimarrà fermo sullo 0-1.
Alla fine di quel girone eliminatorio, sia l’Irlanda che l’Inghilterra vengono fatte fuori da URSS e Paesi Bassi, che saranno poi le due finaliste del torneo.
I tifosi inglesi rimangono attoniti e basiti e non solo I tifosi di calcio. Questa non era una partita di calcio qualsiasi, rientrava in un contesto storico di estrema importanza. Come già capitato in passato, c’era la possibilità di dimostrare la supremazia di una nazione sull’altra attraverso lo sport. Con sommo dispiacere della Thatcher e con profondo rammarico della Regina, l’evento sportivo che doveva essere il riscatto per l’appuntamento messicano di due anni prima, si è trasformato in una profonda delusione.
Oltre il danno, abbiamo anche la beffa.
Jack Charlton allenò l’Irlanda dal 1986 al 1995 e, otto anni più tardi, nel 1996, venne insignito della cittadinanza irlandese, riconoscimento più unico che raro, come ringraziamento per il lavoro eseguito da commissario tecnico dei quadrifogli verdi.
I successi di Charlton alla guida dell’Irlanda sono numerosi, ma la vittoria di Stoccarda, in mezzo a tutti, ha un notevole peso sportivo, storico e socio-politico. Con buona pace di Sua Maestà, che ha visto anche un suo suddito premiato dagli antagonisti per antonomasia.
The Green Army strikes again. Twice.