

Un gioiellino ricavato tra le montagne rocciose della Costa Azzurra e il Mediterraneo. Lo Stade Louis II, impianto casalingo del Monaco, è l’unico campo da calcio che sorge nell’intero, omonimo principato. Un’opera pioneristica, costruita su un terreno strappato al mare, che contiene al proprio interno una vera cittadella dello sport.
Montecarlo, che spettacolo
Le strade che hanno fatto fibrillare i cuori di milioni di fans del motorismo a quattro ruote. La Sainte-Devote e l’omonima chiesetta, il Casino, il Tunnel, le Piscine, un’ultima curva da brividi prima del rettilineo. Giunti nel Principato, il primo sfizio che abbiamo voluto toglierci è stato proprio questo. Un’esperienza da brividi, pur con il limitatore di velocità: percorrere il tracciato più difficile del mondiale di Formula 1 a bordo della nostra auto. Così, ripercorrendo il sentiero già calcato a suon di acceleratore, freno e frizione, è iniziato un weekend fatto di… calcio e motori.
Il piatto forte di una fantastica tre giorni, infatti, è stata la partita tra i padroni di casa del Monaco e Tolosa, valevole per il campionato di Ligue 1, stagione 2016/17. Un campionato che, in quel fine settimana di fine Aprile, subirà la definitiva spaccatura tra i biancorossi e gli inseguitori del PSG, sconfitti per 3-1 nella vicina Nizza. Una partita alla quale avremmo voluto assistere, ma i biglietti dell’avveniristico Allianz Riviera finirono esauriti in un batter d’occhio.
Così, respirando l’atmosfera del campionato d’oltralpe, ci siamo seduti nei seggiolini dello stesso stadio che, tre giorni dopo, avrebbe ospitato la semifinale di Champions League tra lo stesso Monaco e la Juventus. Un impianto tra i più particolari ed esclusivi della nostra epoca.
Lo Stade Louis II, un diamante incastonato tra i palazzi
Teatro della Supercoppa Europea dal 1998 al 2012, lo Stade Louis II ha visto grandi capitani come Nesta, Maldini, Puyol e Xavi calcare il prato monegasco e poi alzare al cielo il primo trofeo continentale assegnato nel corso della stagione calcistica.
Inaugurato nel 1985, l’impianto sostituì il vecchio Louis II, ubicato a pochi metri dal porto di Fontvieille, ultima località del Principato prima di sconfinare, a ovest, con la Francia. Sempre nella medesima località, a due passi dagli esclusivissimi yacht che ormeggiano nelle acque del Mediterraneo, si decise di edificare il nuovo stadio.
Il nuovo Stade Louis II, di fatto, è un palazzo, perfettamente integrato nell’ambiente circostante. A livello della strada, oltre agli ingressi dei vari settori, troviamo l’Università inglese di Monaco e il parcheggio coperto che, salendo una rampa di scale, conduce direttamente alla struttura. La peculiarità dello stadio, infatti, è quella di essere costruito sul tetto della medesima palazzina in pietra rossa. Così, salendo fino al terzo piano, si finisce per sedere su uno dei 18 mila seggiolini che compongono gli spalti.
Poi, è spettacolo puro. Tribune coperte su tre lati, a ferro di cavallo, e panorama sul tramonto nell’unico lato scoperto, quello della curva ospiti, ove campeggiano nove, altissimi archi. Aldilà dei quali è territorio francese: la strada sottostante segna il confine tra le due nazioni. E, curiosamente, dall’altra parte c’è un ulteriore campo da calcio. Trattasi dello stade Didier Deschamps, impianto casalingo del Cap d’Ail, squadra che gioca nei campionati dilettantistici francesi. L’impianto è stato intitolato al commissario tecnico francese al Mondiale 2018 proprio a seguito della vittoria iridata. Un tributo all’allenatore che iniziò la propria carriera sulle panchine proprio allo Stade Louis II, alla guida del Monaco.
Le peculiarità dello Stade Louis II
Le gradinate coperte sono sovrastate da una infrastruttura di protezione dagli agenti atmosferici molto particolare. Sin dall’esterno dell’impianto si può notare come il tetto sia, effettivamente… a forma di tetto.
I lati spioventi dello stesso, come una normale e insospettabile casetta, proteggono gli spettatori dalla pioggia (le nevicate, data la vicinanza al mare, sono rare) e fanno scivolare l’acqua verso l’esterno. Preso posto a sedere, non si può non far caso alla parte terminale della copertura, composta da una serie di parallelepipedi schiacciati e disposti uno di fianco all’altro. Sui quali, peraltro, sono disposti tanti piccoli fari a led che garantiscono un’ottima illuminazione, senza ricorrere a ingombranti torri faro.
L’atmosfera che si può provare all’interno della casa dell’AS Monaco è molto familiare e intima. Nonostante la presenza di una pista d’atletica a sette corsie, gli spalti sono vicinissimi al rettangolo verde. Inoltre, grazie a un’ottima acustica, la spinta dei tifosi ai giocatori in campo sembra veramente notevole. Superando, così, il gap della capienza ridotta, seppure raramente l’impianto di Fontvieille sia tutto esaurito.
Inoltre, per garantire la giocabilità in tutte le condizioni, il Principato di Monaco, proprietario dell’impianto, ha scelto di dotare la sua unica struttura adibita al calcio di un manto erboso del tipo Desso GrassMaster. Nient’altro che un tappeto di erba naturale rinforzato con fibre sintetiche, analogo a quello adottato, tra gli altri, dallo Stadio Meazza di Milano.
Piscine e palestre: gli impianti nell’impianto
Se credete sia tutto qui, vi state sbagliando. Non abbiamo ancora parlato dei piani sottostanti al terreno di gioco. In sede di progettazione, infatti, nelle decisioni del Principe Ranieri ha influito la consapevolezza della scarsa superficie a sua disposizione per creare altri impianti sportivi per le varie discipline.
Per questo, all’interno dello Stade Louis II, al di sotto del terreno di gioco è stata collocata una piscina olimpionica con tanto di tribuna che può ospitare fino a 500 spettatori, più alcune piscine minori e accessorie per le varie attività acquatiche. E se non bastasse, anche un palazzetto dello sport da 3700 posti, studiato per poter ospitare le partite casalinghe delle altre due compagini della polisportiva AS Monaco. Oltre al calcio, infatti, sul territorio operano la divisione pallacanestro e quella della pallamano, sport particolarmente seguito nel Principato. E, come se non bastasse, trovano spazio anche la sede societaria, il polo medico sportivo e il centro di formazione dell’AS Monaco, che comprende anche venti camere per gli studenti.
Tutto ciò fa dello Stade Louis una struttura sportiva polivalente e multidisciplinare, racchiusa in poco meno di tre ettari quasi interamente restituiti dal mare. Il progetto tutto italiano, firmato dall’architetto Gianfranco Gilardini, ha garantito allo stato più densamente popolato del mondo un autentico gioiellino. Una casa dello sport, tra le case di tutti i giorni.