

Per oltre 100 anni il Preston North End è stata l’unica squadra inglese che si è potuta vantare di un soprannome: the Invincibles. Il motivo risale alla leggendaria stagione 1888-1889, nella quale la formazione del Lancashire vinse da imbattuta campionato e FA Cup.
L’importanza del nickname
Chiunque abbia la passione per il calcio e per il mondo inglese sa bene come nel regno di Sua Maestà i soprannomi rivestano un ruolo molto importante (e sul quale è bene non scherzare). Quelli che i britannici chiamano nicknames, in molti casi, identificano ancora meglio del nome stesso chi se li va a guadagnare sul campo. Nel calcio d’oltremanica, però, ce n’è uno ad essere ambito da ogni squadra e dal singolo giocatore che ne fa parte. The Invincibles.
In uno sport come il calcio, dove nulla è impossibile e nessuno imbattibile, solo due club sono riusciti a guadagnarsi questo riconoscimento. Un fregio legato all’imbattibilità assoluta in campionato nel corso della stagione che per oltre 100 anni è stato appannaggio di una sola società.
Il nome di quel club, probabilmente, non dirà granché a tanti italiani, dato che la squadra da anni veleggia tra Championship e League One, equivalenti delle nostre Serie B e C. In Inghilterra, però, quando si parla del Preston North End ci si addentra nella storia di quella che molti considerano una vera e propria istituzione calcistica. Anche se, nella loro bacheca, i trofei si contano realmente sulle dita di una sola mano.
La gloriosa storia del Preston North End
Parlare di istituzione, alla luce dei risultati recenti e del palmarès, può sembrare uno sproposito. La realtà dei fatti è ben diversa e sulla stessa aleggia un mito che risale a due secoli fa. Il Preston – fondato nel 1863 come squadra di rugby – iniziò a dedicarsi al calcio solo nel 1880. La sua storia muterà radicalmente quando, nel giro di appena otto anni, passerà da alterni risultati a essere una delle squadri fondatrici del primo campionato nazionale, ottenendo il traguardo dell’imbattibilità.
Le prove generali portano la data del 15 ottobre 1887, quando nel primo turno di FA Cup il Preston ottenne quella che ancora oggi è la vittoria più ampia del calcio inglese, sconfiggendo il malcapitato Hyde per 26-0. Nel record trovò successivamente spazio un altro primato: in quella partita l’attaccante Jimmy Ross riuscì a segnare ben otto reti. Alla fine della Coppa porterà il proprio bottino personale a diciannove, quota che ancora oggi nessuno ha battuto. La vena realizzativa dell’attaccante non riuscì comunque a regalare il primo trofeo al Preston, sconfitto in finale 2-1 dal West Bromwich Albion.
Quell’edizione della FA Cup, però, servì per gettare le fondamenta sulle quali il Preston costruì il mito già nella stagione successiva. Il Preston North End non si limitò a partecipare alla massima serie (First Division) del neonato campionato: lo stravinse. E non solo: i Lilywhites (gigli bianchi, reale nickname della squadra) chiusero la stagione inaugurale senza sconfitte. Ma non è tutto, in quanto il Preston bissò il successo ottenendo il primo storico Double della storia del calcio inglese aggiudicandosi la FA Cup non solo senza perdere mai, ma mantenendo la porta imbattuta.
Dal mito alla decadenza del Preston
Il mito degli Invincibles è tutto qui, e guai a credere che a quei tempi il calcio fosse un gioco nel quale i valori erano sproporzionati. L’anno seguente il Preston vinse ancora il campionato, ma perse quattro partite e non vinse la Coppa. Nelle stagioni seguenti arrivarono tre secondi posti consecutivi, preambolo a un lento declino che portò alla retrocessione in Seconda divisione già nel 1893-1894. L’ultima volta che le bacheche del club si sono aperte per far posto a un altro trofeo è stato nel 1938, con la conquista della seconda FA Cup.
Da allora, niente o poco più. La retrocessione dalla First Division, datata 1961, segna l’ultima partecipazione del Preston North End alla massima serie inglese. E neanche la presenza in rosa di due stelle come Bobby Charlton e un giovane David Beckham servirà, negli anni, a tornare in alto. I due giocatori, peraltro, giocarono nel Lancashire negli inferi delle categorie inferiori. 38 presenze e 8 gol per Bobby Charlton nella Third Division 1974-75, 5 partite e 2 reti per lo Spice Boy in quarta serie nel 1995.
Il punto più basso, però, fu toccato nel 1986, ossia l’anno in cui il Preston arrivò alla posizione 23 su 24 nella quarta divisione inglese. A salvare il club dall’onta della retrocessione nel quinto livello del calcio inglese, equivalente dello status dilettantistico, fu il bizzarro regolamento dell’epoca della FA. Dal 1958 al 1986, infatti, la permanenza in Fourth Division era soggetta… a una commissione elettorale. Tutte le squadre professionistiche, infatti, si riunivano per determinare la mancata partecipazione al campionato successivo di una tra le ultime quattro squadre della categoria e la prima classificata della Non-League. Regola assurda e non meritocratica, abolita nell’anno successivo, che garantì la salvezza ai Lilywhites, che nel 2015 sono risaliti in Championship, la Serie B inglese.
Gli altri invincibili
L’altra squadra inglese a fregiarsi del titolo di Invincibles è l’Arsenal. Ai Gunners però sono serviti centoquindici anni per chiudere la stagione 2003-04 con il numero zero nella colonna delle sconfitte. A differenza della squadra di Arsène Wenger, che in rosa aveva appena due inglesi, però, il Preston poteva contare su quattro nazionali, sei scozzesi ed un gallese. Ed è proprio questo particolare che fa amare maggiormente quel record agli appassionati, pur essendo stato ottenuto a fine ‘800.
Se trionfare in un campionato senza perdere una sola partita può sembrare difficile ma non impossibile, in Italia è capitato proprio il contrario. Nel nostro paese, infatti, esiste una squadra capace sia di chiudere la stagione senza sconfitte, sia di non vincere lo scudetto. Il paradosso è del Perugia di Ilario Castagner, che al termine del campionato 1978/1979 arrivò secondo dietro al Milan di Nils Liedholm senza perdere nemmeno una gara. Nel nostro paese gli umbri sono stati i primi in assoluto nell’era del girone unico a chiuderlo imbattuti, imitati successivamente dal Milan (1991/1992) e dalla Juventus (2011/2012). Sia i rossoneri, sia i bianconeri – però – al loro record riuscirono ad abbinare anche il tricolore.