

Ieri, dopo 5 anni dall’ultima vittoria, il CSKA di Sofia ha vinto la sua ventesima Coppa di Bulgaria, dopo cinque anni dall’ultimo trionfo.
Niente di strano, direte… Il CSKA, la squadra fondata dall’esercito, così come gli omonimi cugini di Mosca, è la squadra più vincente, in patria: 31 campionati, oltre alle due semifinali di Champions League e l’unica di Coppa delle Coppe, e in quest’ultima occasione il leader offensivo è stato il miglior calciatore bulgaro di sempre, Hristo Stoichkov.
Eppure, dietro questo trionfo ci sono anni di delusioni e boccate amare: nel 2006, dopo aver dilapidato un vantaggio di 8 punti sugli arcirivali del Levski Sofia, la squadra viene scavalcata in classifica da questi ultimi e arriva al secondo posto. Allo stesso tempo, il presidente Bozhkov comunica alla stampa che il budget per il nuovo campionato sarà ridotto e non permetterà al CSKA di competere per il titolo.
Per questo, nel mese di dicembre, la società viene ceduta al sedicente tycoon indiano Mittal, che si insedia come proprietario lasciando la presidenza al politico ed imprenditore locale Aleksandar Tomov.
La situazione sembra migliorare, tanto che nel 2008 arriva la vittoria del trentunesimo campionato bulgaro, record assoluto. Ciò che fa gelare il sangue ai tifosi, però, è la notizia che giunge da Nyon, sede dell’UEFA. A causa degli ingenti debiti contratti dalla proprietà del club, ai soldati viene revocata la Licenza per partecipare alle coppe. Qualche mese dopo, Tomov viene arrestato con l’accusa di aver indebitamente prelevato denaro sia dalle casse societarie, sia da quelle della sua azienda metalmeccanica Kremikovtzi.
Negli anni seguenti, pur non vincendo più il campionato, il CSKA continua a piazzarsi nelle posizioni di testa, alternando secondi e terzi posti alle spalle di Litex Lovech e Ludogorets. Proprio questi ultimi, approdati per la prima volta in massima serie nel 2011, monopolizzeranno il campionato bulgaro grazie ai capitali del businessman Domuschiev, vincendo sempre dal 2012 in poi.
Così come il CSKA, dunque, anche il Levski Sofia attraversa un periodo buio, dal punto di vista delle vittorie. Ma in occasione del derby eterno (così è chiamata la partita giocata dalle due squadre), le tifoserie danno vita a veri e propri spettacoli coreografici, che quasi fanno dimenticare l’astinenza da titoli.
Che, tuttavia, i biancorossi della capitale sederanno grazie alla vittoria di coppa del 2011 contro gli altri concittadini dello Slavia, ultimo trionfo dei soldati.
Nel 2013, la già precaria condizione finanziaria del club si aggrava a tal punto che non è nemmeno possibile far firmare un contratto da allenatore alla stella Stoichkov, che si era offerto di sedere sulla panchina della squadra. Tomov, risolti i propri problemi con la giustizia, rileva il pacchetto societario, con il disperato tentativo di salvare una situazione quasi irrimediabile tramite il collocamento dei titoli azionari presso la borsa di Sofia. Le giovani promesse del club, tra cui Ivaylo Chochev, che avremo modo di vedere in Italia con la maglia del Palermo, lasciano la squadra, ma non basterà.
Nonostante Tomov lasci la squadra il 2 Aprile del 2015, cedendola ad una cordata di tifosi del club, appena due mesi dopo la Federazione annuncia che, a causa della pesantissima situazione debitoria, quantificabile in circa 6 milioni di euro, il CSKA viene relegato in terza serie.
Il 24 Giugno 2015, l’imprenditore Grisha Ganchev acquista il club, sanando i debiti e annunciando di voler riportare il CSKA ai fasti del passato, con una squadra costituita principalmente da calciatori bulgari. Se, dunque, gran parte degli stranieri lasciano il club, così come decidono di fare i top players nazionali, alcuni giocatori locali accettano di far parte del nuovo progetto, ripartendo dalla terza serie, a carattere dilettantistico: vengono confermati il secondo portiere Gospadinov e il centrocampista Galchev, che costituiranno l’ossatura del club in grado di vincere il campionato con estrema facilità, sbaragliando la concorrenza.
Ma è in coppa che viene compiuta la vera e propria impresa: trascinato dalla punta Yordanov, autore in stagione, tra campionato e coppa, di 33 reti in 26 presenze, il CSKA, ad onor del vero favorito dal calendario, elimina in sequenza tre club di seconda serie (Neftochimic Burgas, Spartak Pleven e Sozopol) raggiungendo la semifinale, mentre le grandi squadre di serie A escono clamorosamente di scena: il Ludogorets viene eliminato dal Lokomotiv Gorna, club di serie B, mentre il Levski viene eliminato dal Litex ai quarti di finale.
E anche in questo caso, i pronostici vengono ribaltati: il Litex viene eliminato dal neopromosso Montana, mentre il CSKA batte il Beroe Stara Zagora, anch’essa in A, vincendo sia all’andata che al ritorno. È finale.
Ieri, dunque, si è giocata, in gara unica, allo stadio nazionale di Sofia, l’ultimo atto della coppa di Bulgaria. Inutile dire che, nonostante la terza serie, il rapporto di tifosi sugli spalti è stato nettamente a favore della squadra della capitale. Che, vincendo 1-0, grazie ad un gol di rapina di Malamov, si è riappropriata del palcoscenico, segnando un record: mai, in 76 anni, una squadra di terza serie aveva vinto la competizione.