Barcellona – Psg 6-1, una storia di sbalzi d’Amore

Sergi Roberto segna lo storico gol del 6-1 in Barcellona PSG
Sergi Roberto mette a segno il gol della “remuntada” del Barça sul PSG, un 6-1 in grado di ribaltare lo 0-4 dell’andata (fonte: youtube.com)

Barcelona, Catalogna, 8 Marzo 2017. Il Barcellona ha di fronte a sé l’arduo compito di ribaltare la roboante sconfitta subita dal PSG al Parco dei Principi tre settimane prima. Il 4-0 della gara d’andata viene ribaltato con un clamoroso 6-1, una giostra del gol alla quale, a distanza di un migliaio di chilometri, hanno partecipato diversi fans italiani…

 

La delusione delle 22.09

«Ormai è finita. Pensiamo al campionato e gufiamo il Real già ai quarti!»

8 Marzo 2017. Ho seguito la partita tra Barcellona e Paris Saint-Germain con un occhio allo schermo della TV e l’altro al gruppo Facebook italiano del Barcelona FC, il Barça Fans Italia, allora costituito da più di 2300 (molto attivi) partecipanti.
In particolare, mi sono concentrato sulle reazioni dei tifosi blaugrana all’andamento del match, consapevole del fatto che la partita del Camp Nou, a prescindere dal risultato finale, avrebbe dato spettacolo. Se non altro, per l’immenso potenziale offensivo di un Barça che, giocoforza, si sarebbe sbilanciato in avanti alla ricerca dei gol.

Una rimonta? Statisticamente parlando, impossibile. I database UEFA avevano già evidenziato, al termine della gara d’andata, che nessuno, in 186 precedenti in campo europeo, era mai riuscito a rimontare un 4-0 esterno, risultato maturato al Parco dei Principi. Eppure, sul gruppo, prima del match, l’entusiasmo è quello delle grandi occasioni: sì, qualcuno crede nel miracolo.

Alle 22.09 circa, però, in concomitanza con la rete del 3-1, firmata da Edinson Cavani, di colpo la carica emotiva dei tifosi del Barça si spegne. Anche i fedelissimi, quelli più partecipi al gruppo, danno le ultime parole di commiato alla Champions League 2016/17.

 

Barcellona, primo tempo di fuoco

Ma facciamo un passo indietro a inizio gara. La formazione iniziale, con il Barcellona schierato dal futuro dimissionario Luis Enrique con un iperoffensivo 3-4-3, sembra riscuotere consensi tra i tifosi, anche se qualcuno non è pienamente d’accordo relativamente ad un paio di giocatori schierati. Larghi sulle fasce, a centrocampo, ci sono Rafinha (per molti il fratello d’arte scarso) e Iniesta, con Rakitic e Busquets a fare da frangiflutti in uno schieramento votato in avanti. Il sentimento prevalente è quello di un’ansia mischiata al desiderio, alquanto remoto, di fare un’impresa. Dall’altra parte, il Paris Saint-Germain ha già impostato una gara prettamente difensiva, chiusa a riccio come già, in passato, aveva fatto l’Inter di Mourinho, da queste parti. E qualcuno lo ricorda ancora bene…

Il gol di Luis Suarez, dopo appena 3 minuti, accende l’onda euforica tra i sostenitori, compatti nel credere al passaggio del turno. Tra chi invoca un 2-0 immediato e chi, al 30′, riserva qualche titubanza sull’andamento finale, la paura sembra prendere il sopravvento. Il maldestro autogol di Kurzawa, però, mette d’accordo un po’ tutti. Quando le squadre imboccano il tunnel degli spogliatoi, qualcuno si sbilancia con un «Oggi passiamo sicuro». Frase che, siamo sicuri, ha scaturito ben più di una reazione scaramantica in buona parte dei tifosi.

 

Le statistiche, la tattica, l’entusiasmo, il crollo

La sosta tra le due frazioni serve ai partecipanti al gruppo per fare alcune riflessioni sulla partita. Alcuni evidenziano i dati di un possesso palla che vede il Barça avere un possesso pari al 64%, altri commentano, giustamente, che per vincere le partite servono anche i goal. In un’atmosfera generale di fiducia, qualcuno esprime il rammarico per una gara d’andata che può aver compromesso la qualificazione con un eloquente «giocare così a casa loro no vero??»

Il dibattito principale riguarda un Leo Messi schierato in posizione più centrale, rispetto al solito, e non entrato ancora nel vivo. I più, memori della rimonta effettuata sul Milan nel 2013, implorano a gran voce che rubi la scena tornando nella posizione naturale. La parte minoritaria, invece, sottolinea che la collocazione tattica de La Pulga sia ottimale. Così, infatti, i difensori centrali parigini sono maggiormente impegnati e anche Kurzawa è attirato alla marcatura, consentendo a Rafinha di essere più propositivo in fase di spinta.

Al 50′, il match (e il gruppo) si infiamma: Meunier stende Neymar, è rigore. Leo sul dischetto, l’attesa è fremente. Secondi che sembrano durare anni, per i fans blaugrana. Gol. Adesso tutti, nessuno escluso, ci credono veramente.
La rete del 3-0 non sveglia solo tutti i tifosi del Barça, anche i più titubanti, ma anche un PSG parso troppo molle. Al palo colpito da Cavani, tutto il Camp Nou tira un sospiro di sollievo, così come i tifosi sul gruppo. I quali, però, non sanno ancora che è solo l’antifona al gol del Matador. E il gol del 3-1 fa male, molto male, anche perché sembra precludere ogni possibilità.

 

Barcellona torna a crederci, i suoi fans a ruota

«Usciamo a testa alta, ma con tanti rimpianti…»
«Ci abbiamo provato»
«Il fatto è che non si poteva avere certi ritmi per tutta la partita, era impossibile. Puoi farlo per un tempo, poi è naturale crollare…»

Questi sono solo alcuni dei commenti di un gruppo di tifosi oramai disillusi. Pochissimi dicono di non abbandonare le speranze, molti confessano di aver spento i televisori ed aver smesso di seguire la partita. Bacchettati da alcuni irriducibili, che sottolineano come la squadra vada seguita anche e soprattutto nei momenti di difficoltà.

Io per primo, da neutrale, sono più che convinto che non ci sia più nulla da fare per i catalani. Così mi limito ad ascoltare l’audio della telecronaca, mentre mi dedico a ulteriori compiti redazionali, e chiudo la schermata del Barça Fans Italia.
Solo l’enfasi di Pierluigi Pardo al gol di Neymar, mentre il cronometro segna il minuto 88, mi fa rialzare gli occhi verso lo schermo. E contemporaneamente, più per curiosità che altro, torno ad accedere al gruppo, dove ancora regna lo sconforto, amplificato dalla buona prestazione mostrata sul campo da Messi e compagni.

Il commento «Orgoglioso del mio Barcellona, ci siamo stati vicini» parla da sé, ma si rivelerà fallace. Solo tre minuti dopo, Suarez viene toccato in piena area da un irriconoscibile Marquinhos e, a dire il vero, non fa nulla per frenare la caduta. Medesima sensazione di 40 minuti prima. Neymar spiazza Trapp. 5-1, e non è ancora finita.

 

Una gioia chiamata Barça, una storia di sbalzi d’amore

La rete che pareggia i conti, ma che premierebbe ancora il Paris Saint-Germain in virtù dei gol fuori casa, rifocilla l’animo disperato dei tifosi blaugrana, che tornano a credere in un ormai insperato passaggio ai quarti e, addirittura, a ironizzare. Un fan scrive che «Se segna André Gomes, parto subito per la Spagna a piedi», quasi a sottolineare la stagione anonima del centrocampista campione d’Europa in carica col Portogallo che tanto bene aveva fatto in quel di Valencia.

Minuto 95, ore 22.38. Tutto il Barcellona, compreso Ter Stegen, è in area di rigore. Cross di Neymar, il neoentrato Sergi Roberto tocca quanto basta per superare Trapp. La magia si è compiuta.

In 8 minuti, la malinconia si è trasformata in euforia, che diviene festa, al fischio finale. Un saliscendi d’emozioni: dai sogni della vigilia ai pugni stretti, pieni di speranza, dopo il 3-0, seguiti dalla disperazione, dal non succede ma se succede alle lacrime di gioia, perché no, del finale. E non chiamateli sbalzi d’umore: piuttosto, definiteli sbalzi…d’amore.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *